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MENTRE i lavoratori marciavano in silenzio per ricordare il collega Giuseppe Santoro, morto il 13 agosto del 2009 a seguito delle gravissime ferite riportate  quel venerdì 8 agosto  di sei anni fa, il Gip (Giudice per le indagini preliminari) Luigi Spina stava firmando il provvedimento di facoltà d’uso pur mantenendo il sequestro dello stabilimento Sider. Termini giuridici a parte grazie a quel “facoltà d’uso” , messo nero su bianco, i 250 dipendenti dello stabilimento Pittini potranno tornare a lavoro a partire dal prossimo 2 settembre visto che dal 13 al 31 agosto saranno in ferie e anche perché fino  alla fine del mese, nella fabbrica saranno eseguiti interventi di manutenzione e sarà avviata la realizzazione delle prescrizioni imposte dal gip all’atto del sequestro. Circa una settimana dopo l’apposizione dei sigilli ai cancelli della fabbrica, il gip aveva dissequestrato il reparto spedizioni dell’azienda. Tale misura permise il carico di decine di migliaia di tonnellate di tondini per l’edilizia (la principale produzione della Siderpotenza) e la loro consegna ai clienti.

Il fatto che lo stabilimento rimanga sotto sequestro  – dissequestrato, invece, il reparto “Servizi” – è dovuto solo al fatto che l’azienda, entro il prossimo dicembre, dovrà provvedere  alla realizzazione degli   aspiratori per evitare le emissioni nell’aria dei fumi nocivi.

Il provvedimento del Gip è giunto dopo il sopralluogo dei Carabinieri del Noe che hanno certificato l’ultimazione dei primi lavori  disposti, lo scorso 25 luglio,  dal Gip Amerigo Palma che aveva accolto la richiesta  di sequestro dello stabilimento avanzata dal sostituto procuratore Francesco Basentini  nell’ambito di un’inchiesta – indagati due dirigenti dell’azienda –  sull’emissione in atmosfera

di fumi nocivi.

E così ieri mattina – guarda caso un venerdì come era   venerdì quella mattina di sei anni fa quando un  treno carico di materiale ferroso entrò a tutta velocità nel piazzale dove affacciano gli uffici e  gli spogliatoi e travolse Giuseppe Santoro che in quel momento era al lavoro su una motrice – mentre i colleghi marciavano silenziosi per ricordare quel tragico incidente e per ribadire la loro voglia di tornare in fabbrica a lavorare, il Gip Luigi Spina, con la sua firma in calce al decreto, faceva sì che quella speranza diventasse realtà.

Quasi un dono fatto da Giuseppe, morto sul lavoro,  ai suoi colleghi che temevano di “morire” per un lavoro che poteva non esserci più.

Un timore che hanno nutrito fino alle 16.50 quando i rappresentati sindacali della Cgil, della Cisl e della Uil, sono arrivati davanti al presidio dei lavoratori e il segratario della Fiom, Emanuele De Nicola ha mostrato e letto  il provvedimento firmato dal Gip.

Lacrime, abbracci e tanta gioia quando, dopo un iniziale smarrimento, i dipendenti della Sider hanno realizzato che potevano rientrare in fabbrica. Poi sono cominciate le telefonate. Ognuno ha voluto comunicare la bella notizia alle moglie, alle madri o ai figli.

Poi hanno cominciato a smantellare il presidio davanti al cancello dove a fare bella mostra il mazzo di fiori che Domenico ha deposto al termine del corteo silenzioso dopo avere solo chiesto che «vengano individuati i responsabili dell’incidente che ha portato alla morte di mio fratello».

a.giammaria@luedi.it

 

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