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COSENZA – Dopo l’operazione “Calypso”, che ha portato questa estate al sequestro di 10 depuratori nella fascia ionica cosentina, e i sigilli messi a quello di Lattarico nei giorni scorsi anche il depuratore comunale di Roggiano è stato posto sottosequestro. Ad intervenire sono stati gli uomini del Nipaf , Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza, che hanno riscontrato il mancato funzionamento dell’impianto deferendo all’autorità giudiziaria cinque persone, tra amministratori, tecnici comunali e gestori dello stesso. Le acque che convogliavano nel depuratore confluivano senza alcun trattamento di depurazione nel torrente “Fullone”,iscritto nelle acque pubbliche. Nonostante sull’impianto fossero stati effettuati lavori di somma urgenza per diverse migliaia di euro che prevedevano anche 12 mesi di gestione questo dall’esecuzione dei lavori non è mai entrato in funzione. Per tali motivi le persone indagate dovranno rispondere di“attività di gestione rifiuti speciali non autorizzata», «scarico di acque reflue non autorizzato», «danneggiamento e distruzione e deturpamento di bellezze naturali».

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