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REGGIO CALABRIA – «Non c’è dubbio che senza il Ponte sullo Stretto e senza ciò che la struttura rappresenta per questi territori, il mezzogiorno d’Italia sarà escluso da qualsiasi programma di sviluppo nazionale ed internazionale». È quanto si afferma in una lettera aperta al Parlamento sottoscritta dai sindaci di Reggio Calabria, Demetrio Arena, di Villa San Giovanni, Rocco La Valle e dai primi cittadini di altri centri del reggino sulla vicenda dell’iter realizzativo dell’infrastruttura.   

«Non c’è dubbio altresì – proseguono i sindaci – che le preoccupazioni del mondo economico sono altre, e cioè che si sposti il baricentro verso Sud, che il Sud venga fuori dall’emarginazione e dal disagio, che il futuro proietti verso l’ Africa (e non verso Est o Nord Europa) le logiche economiche, che il futuro diventi il Mediterraneo con al centro le sue popolazioni. La storia insegna che vi è un solo modo per distruggere questo futuro: impedire che si realizzi ogni forma di sviluppo e di collegamento, emarginare ‘ab originè oltre ogni limite i territori, distruggere ‘nella cullà ogni forma vitale».   

«Pur di non fare il Ponte i ‘detrattorì – è scritto ancora nel testo – hanno mosso gli ambientalisti, hanno scomodato la natura, i terremoti, gli uccelli migratori, l’ombra del Ponte….; hanno evocato terremoti, tempeste di mare, venti non sostenibili; lo hanno elevato a simbolo di inutilità e di spreco; hanno scomodato la mafia che invece di essere arginata e sconfitta vedrà incrementare i propri proventi; hanno finanche scritto che distruggerà l’insularità Ssciliana. Nessuno però si è soffermato sui flussi di traffico provenienti dall’Africa e diretti in Europa e viceversa, sullo scambio di merci, sulla portualità.  L’ impegno dello Stato è solo di 1,3 miliardi. Ma veramente – concludono i sindaci – è così insostenibile? Noi non lo pensiamo affatto». 

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