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POTENZA – Stop allo smaltimento a Tecnoparco delle acque reflue derivanti dalle estrazioni petrolifere di Eni.
Per un mese, cioè il tempo necessario ad Arpa per completare il monitoraggio sulla radioattività delle acque. E’ quanto è stato deciso ieri sera a margine dell’ennesimo lungo confronto che si è svolto in Regione, convocato dall’assessore all’Ambiente, Aldo Berlinguer. Non perché siano emerse nuove criticità. Anzi.
Arpa, Ispra, Istituto superiore di Sanità e Unibas hanno confermato il parere già espresso dell’Agenzia: le «bassissime» concentrazioni di elementi radioattiva, «presenti, tra l’altro, normalmente in natura», non rappresentano un pericolo per la salute umana e per l’ambiente. Più che altro – ribadiscono dall’ufficio stampa della Regione – si tratta di un provvedimento assunto per garantire massima tranquillità ai cittadini, nell’attesa che vengano completati tutti gli accertamenti che Arpab si è impegnata a portare a termine nel più breve tempo possibile. Una decisione assunta «collegialmente», concordata da tutti i soggetti presenti al tavolo: Eni, la Regione, Tecnocparco e i sindaci di Pisticci e Ferrandina. «Grazie a un significativo gesto di disponibilità dell’azienda». E anche di Eni.

(L’articolo completo sull’edizione acquistabile online e in edicola)

 

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