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«CAPIAMO che il momento che stiamo vivendo è di crisi, e lo è per tutti, ma le modalità per chiedere aiuto devono essere altre e soprattutto lecite».

E’ l’appello su Facebook dal direttore dell’Oratorio centro giovanile salesiano Don Bosco di Potenza dall’omonima pagina. Ci sono delle persone – si legge  – che passano per le famiglie del quartiere e chiedono soldi a nome della Parrocchia San Giovanni Bosco.

«Da tempo – tiene a far sapere Don Federico –  la parrocchia non utilizza questa modalità di raccolta fondi e in questo periodo non c’è nessuna raccolta. Chi fa questa cosa non è autorizzato e quindi vi sta derubando. Abbiamo già avuto delle segnalazioni a tal riguardo».

Ovviamente l’avviso è rivolto a tutti ma specialmente ai più anziani, le prime vittime di chi compie atti del genere. Pertanto la parrocchia invita chiunque a fare il passaparola, soprattutto con i più anziani. E’ questo l’ennesimo allarme in questi ultimi giorni. Nei giorni scorsi anche la Polizia Locale ha invitato i cittadini alla massima attenzione, proprio perchè ormai i casi sono centinaia.

Le truffe e i raggiri sono sempre in agguato e, evidentemente, il periodo sempre più difficile e duro sta rendendo ancora più “agguerriti” e spregiudicati i truffatori. Così andare in giro per il rione a chiedere soldi per la parrocchia per qualcuno non è più un problema. Ed è un doppio danno che si infligge così soprattutto ai poveri anziani. Perchè questa pesante crisi sta vedendo in primissima linea proprio le parrocchie, che molto si stanno dando da fare per la spesa o per le bollette.

Ma nei giorni scorsi ci è stato segnalato anche un altro “metodo” per scucire soldi. Un uomo, in una macchina elegante e vestito di tutto punto, ferma la vittima designata per strada. La saluta cordialmente: «Non ti ricordi di me?». Sorrisi, abbracci. E allo sconcerto di chi ha di fronte replica: «Non ti ricordi? Dove hai lavorato tu?». E aspetta che sia la vittima a rispondere. «Io ero il figlio del tuo capo ufficio. Quanto tempo è passato. Certo, che peccato per quel vostro collega…». E ancora si aspetta la risposta, perchè un anziano un collega morto ce l’ha sicuro. E quando quel nome viene fuori scatta una fantastica storia: «Io ora lavoro a Como, nel settore dell’abbigliamento. Quel vostro collega mi aveva ordinato queste giacche di renna. Purtroppo è morto prima che gliele potessi dare. Vabbè, voglio farti un regalo. Tienile tu. Pagami magari solo le spese di viaggio, 200 euro». La cifra – sappiatelo – può scendere anche a 50 euro, forse anche meno. Quella merce è sicuramente rubata e il truffatore di turno non vede l’ora di liberarsene il prima possibile. E per lui tutto, anche una piccola cifra, è guadagno. Ma voi potete incappare in un reato preciso: si chiama ricettazione. E anche per voi il danno potrebbe essere doppio. Attenzione allora, i metodi usati per prendervi in giro sono davvero i più disparati. E l’incremento delle denunce dimostra che cascarci non è poi così difficile.

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