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Imprevedibile? Macché. Non solo l’alluvione di ieri era prevedibile (e, conseguenze a parte, atteso dai meteorologi) ma, addirittura, previsto. Basta dare uno sguardo alla banca dati, consultabile sul web, di evalmet.it, un sito che registra le forti precipitazioni, in particolare nell’area del Metapontino, dal 1959 a oggi. Ne parliamo con il materano Emanuele Tatarianni, dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Bologna,  al quale si deve la creazione del web Gis (vale a dire un sistema informativo geografico on line) consultabile appunto all’indirizzo evalmet.it: sigla che  sta per “eventi alluvionali nel Metapontino”.  Se si dà un’occhiata al portale nella sezione “censimento”, si scopre che a ottobre eventi come quelli di lunedì scorso, nel Metapontino, sono comuni. E che anzi, proprio il 7 ottobre, in almeno due casi il territorio è stato devastato da precipitazioni la cui intensità è stata pari, se non superiore, a quella registrata lunedì scorso.

Dottor Tatarianni, insomma, gli allagamenti sono un fenomeno cronico e prevedibile di questa terra…

Sì, il mio progetto nasce proprio per rendere evidente questo. Per mostrare la ciclicità dei fenomeni. Le cui conseguenze disastrose sono legate ai deficit strutturali del territorio, al fatto che le strade non siano progettate tenendo conto del ricorrente rischio alluvionale, alla cattiva manutenzione degli argini.

Ma gli eventi che lei annota sono legati alla natura geologica del territorio, no? L’intervento umano c’entra fino a un certo punto…

No, c’entra eccome. Soprattutto nel Metapontino, una zona in cui il sistema fognario e di scolo delle acque è molto carente. E così ogni volta che, dopo piogge eccezionali, c’è un irregolare deflusso dell’acqua tutta l’area finisce inevitabilmente per allagarsi.

E gli enti che fanno? So che l’anno scorso  è stato ricevuto dal presidente della Provincia il quale si è molto complimentato con lei…

Sì, ma all’atto pratico il mio lavoro di ricerca è ignorato. E’ un peccato. Non esistono, in Basilicata e in tutto il Sud, studi tanto dettagliati su una zona così circoscritta. Per realizzare questo archivio ho messo insieme dati forniti da enti locali che si occupano di idrogeologia come l’Arpab, l’Alsia, il Consorzio di Bonifica…Sono stati tutti quanti molto collaborativi ma poi, a prodotto finito, non hanno mostrato alcun interesse per uno strumento, non lo dico soltanto io, formidabile. Nessun ente ha a disposizione una memoria così particolareggiata di un pezzo di territorio. E pensi che se uno va sul sito della Regione Basilicata trova una sezione dedicata all’emergenza alluvioni: e sa che cosa ci trova? Quattro articoli di giornale e qualche ordinanza. Roba assolutamente inutile.

Che cosa si dovrebbe fare?

Innanzitutto gli enti dovrebbero collaborare tra loro, e dedicarsi seriamente alle attività di prevenzione. Perché è un fatto statistico che a ottobre e marzo ci sono questi aumenti delle precipitazioni. E quindi, come minimo andrebbe curata la manutenzione dei canali e degli argini pluviali.

E non fanno nulla?

Consideri Metaponto, una realtà che conosco bene per esserci nato e perché lì vive la mia famiglia. L’emergenza, in quel luogo, è strutturale. I miei hanno casa al borgo, e ogni volta che c’è un acquazzone il nostro garage si allaga. Non ci sono neanche i tombini. Quando è stato costruito il rione hanno dimenticato questo piccolo particolare. E lo stesso accade agli incroci del cavalcavia e del semaforo. Là quando piove si può star sicuri che trabocca tutto.

 Come nasce questo suo interesse per le alluvioni nel Materano?

Dopo essermi laureato in Geografia ho cercato di approfondire le mie ricerche in un un senso che fosse utile per la Basilicata. Cercavo un’idea originale, ed è venuto fuori questo Web Gis: un data base che non voleva essere soltanto una congerie di dati curiosi, ma un materiale da mettere a disposizione delle istituzioni. Dal ’59 a oggi sono riportati tutti gli eventi alluvionali dell’area. E se avessi più tempo potrei arrivare all’800…

Chi la aiuta in questo lavoro?

Nessuno. Faccio tutto da solo. Senza alcun  contributo.

Che studi  ha fatto?

 Dopo essermi laureato a Bologna in Geografia, mi sono trasferito a San Giovanni Valdarno, al Centro di Biotecnologie. Lì ho preso una laurea in scienze geologiche con una tesi da cui nasce il Web-Gis, Poi sono stato all’Ispra di Roma e ora lavoro a Bologna all’Ignv.

Ma in Basilicata non c’è spazio per le sue competenze?

Al contrario, la Basilicata avrebbe molto bisogno di promuovere ricerche  cartograche. E’ l’unica regione che ancora non ha ancora una carta tecnica. Eppure la gestione dei dati geografici ormai è fondamentale. 

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