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di STELLA CIARLETTA
Ho letto con attenzione gli interventi seguiti all’appello del Quotidiano della Calabria per dedicare la giornata internazionale della donna a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo, tre calabresi che hanno avuto la forza e il coraggio di rompere il silenzio e denunciare l’ambiente mafioso di provenienza.
Ho apprezzato i contributi delle donne e degli uomini con cui in questi anni mi sono confrontata sui problemi della Calabria, e il timore di apparire retorica mi ha trattenuta fino a oggi, quasi un sentimento di pudore provato nei confronti di una tragedia così grande come quella di una donna uccisa perché ha avuto il coraggio di alzare la testa e dire la verità.
Ma passando i giorni e leggendo le adesioni mi sono resa conto che esiste una retorica positiva, fatta di denuncia continua e solidarietà, e soprattutto che ce n’è un gran bisogno.
E alloro ho deciso di partecipare anche io a questo esercizio di memoria storica collettiva, declamando il nome di Giuseppina, Maria Concetta e Lea, che hanno fatto una scelta straordinaria e ricordare a tutti noi che le donne sono tutte un po’ come loro, hanno lo stesso coraggio e la stessa forza di dire la verità, di provare a cambiare le cose per una Calabria migliore.
Perché sono le donne la parte più sana e vitale della nostra terra, lo dico da sempre, e su di loro bisogna scommettere per creare le condizioni di un futuro migliore.

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