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ROBERTO Speranza in un poker di figure indicate come ipotetici successori di Pierluigi Bersani a via Del Nazareno. Non è una boutade estiva, ma una dichiarazione identitaria e propositiva espressa da Goffredo Bettini, braccio destro storico di Veltroni (e quindi alieno da vicinanze correntizie al segretario regionale lucano) intervistato dall’Adn Kronos sul difficile momento che sta attraversando il suo partito.
Per colui che fu l’uomo forte che reggeva la federazione romana del Pci «le nostre pratiche politiche sono compromesse» e quindi per spezzare la sommatoria di compromessi e correnti è giunta l’ora «assolutamente necessaria di una nuova generazione di laeder».
Ad una risposta del genere un giornalista politico non può che chiedere i nomi utili a questa nouvelle vogue che sommerga le difficoltà e le pene penate dell’attualità: e chi ti tira fuori dal mazzo il compagno Bettini? «Il giovane dirigente della Basilicata, Roberto Speranza» messo in buona compagnia dello scontatissimo Zingaretti, presidente della Provincia di Roma e uomo dell’apparato bettiniano, insieme agli altri enfant prodige Roberto Balzani definito «straordinario sindaco di Forlì» e al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Per Bettini è questo il vero nuovo che avanza capace di cimentarsi «nella innovazione politica, e che deve prospettare un futuro diverso, deve saper fare politica e farsi valere attraverso la politica e le idee». Secondo la ricetta di Bettini niente contrapposizione tra giovane e vecchi e nessuna credenziale ai rottamatori di Matteo Renzi, evidentemente troppo rumorosi nel loro sparare ad alzo zero sul quartiere generale. Un bel colpo Roberto Speranza, che incassa da un versante autorevole del partito un buon attestato di fiducia al suo giovane operato, evidentemente funziona il suo stile understantement, misurato, a volte poco mediatico e muscolare, che spesso fa emergere dissensi sottovoce e che invece evidentemente è apprezzato nelle stanze che contano. Speranza ha dalla sua anche una lunga militanza come dirigente nazionale dell’organizzazione giovanile, anche questa molto apprezzata. Misurata, ma da leader la dichiarazione che lo stesso Speranza ha rilasciato alla Adn Kronos dopo l’annunciazione bettiniana: «Sicuramente c’è bisogno che si affermi una nuova generazione, così come avviene di fatto in tanti territori». E poi, «ci sono tante risorse giovani, mi fa piacere che si osservi il lavoro fatto su territori che possono apparire lontani e periferici», aggiunge. «Abbiamo bisogno di generazioni che si tengano insieme, cioè della generazione che oggi è al governo del partito e della nuova generazione che può avanzare sui territori. Non condivido la posizione di chi immagina che un pezzo rottami l’altro – aggiunge – Siamo in una fase difficile, con sfide così alte che diventa necessario costruire un grande patto che faccia emergere le risorse migliori».
Speranza si dice d’accordo con l’ex coordinatore del Pd sulla necessità di dare spazio a una nuova generazione che però, sottolinea, non deve entrare in conflitto con quella vecchia. In sostanza, “no ai rottamatori, che mettendo l’uno contro l’altro rischiano di favorire Berlusconi e i suoi amici”. Chissà come giudicheranno l’investitura nazionale di Speranza i principali feudatari del Pd lucano? A Potenza l’ipotetico delfino di Bersani etrarà in conflitto con i cinquantenni di Basilicata? Troppo presto per dirlo.

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