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MATERA – Quando, 61 anni fa, i primi abitanti giunsero nel rione Spine Bianche, provenienti dai Sassi appena sgomberati, nella zona circolavano sì e no, 4 automobili. Erano gli anni in cui Matera scopriva un volto finora sconosciuto, quello della città sul Piano che si stava sviluppando con la legge speciale emanata da De Gasperi. Il  concorso per la realizzazione del quartiere fu vinto dal gruppo composto da Aymonino, Chiarini, Girelli, Lenci, Ottolenghi. Nacque, man mano, una concezione per quei tempi avveniristica dei quartieri cittadini attraverso una vera e propria evoluzione legata a spazi condivisi e a costruzioni, per la prima volta interamente realizzate in cotto.

Il quartiere chiamato, poi, “Bottiglione” (dal nome di una delle imprese costruttrici, Buttiglione, ndr.) fu così sviluppato con 687 alloggi e 24 botteghe nell’area centrale. Oggi per quelle caratteristiche, appesantite dal passare del tempo e dalla trasformazione della comunità cittadina, si è tentata un’operazione di recupero storico, come conferma l’attuale assessore comunale all’Urbanistica Ina Macaione, già docente universitaria che nel 2007-2008 con i suoi studenti organizzò un seminario nella sede dell’Università all’interno della quale vennero esposte tavole descrittive sul quartiere e al quale parteciparono anche gli abitanti del rione. «Parteciparono con grande entusiasmo – ricorda l’assessore – e furono molto contenti del nostro lavoro». Lo scorso anno, poi, fu organizzato un secondo incontro con gli studenti della facoltà di Architettura,  questa volta sul tema della rigenerazione urbana. «Ci occupammo di verde pubblico, miglioramento bio climatico, analizzamo complessivamente il quartiere compreso il tema dei balconi, affrontati in modo tale che non appesantissero la struttura. In quell’occasione sono state elaborate ipotesi diverse». In quell’occasione, però, alcune posizioni critiche, nate anche in concomitanza con lo stallo su questo tema, hanno portato ad una minore partecipazione dei cittadini. Proprio la concezione avveniristica di Aymonino e del suo gruppo, infatti, non aveva previsto la presenza di balconi negli edifici ma  le esigenze successive degli abitanti avevano aperto un dibattito molto forte che, in ordine di tempo, è giunto alla autorizzazione effettuata dal dirigente al ramo, in un paio di casi.

Decisione non condivisa dall’assessore Macaione che spiega: «Mi sono molto arrabbiata, soprattutto per motivi di sicurezza. La Regione Basilicata ha edulcorato la legge nazionale che, invece,  impone che quando si interviene sulle strutture, è necessario effettuare un calcolo molto complesso. Purtroppo non ho poteri, ce l’ha il dirigente. Spero di poter svolgere al più presto un incontro con le associazioni di Spine Bianche per confrontarsi ad esempio sulla realizzazione dei balconcini». Il buon senso, in questo caso, su una vicenda che ha avuto un iter particolarmente articolato, sarebbe stato necessario. D’altro canto, posizioni univoche da parte dei condomini degli edifici di Spine Bianche avrebbe dovuto essere la linea guida.

«Spero che questa giunta regionale – conclude Ina Macaione – sia un po’ più attento, perchè danni al territorio, finora ne sono stati fatti molti».

a.ciervo@luedi.it

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