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ROMA – Spuntano «amici calabresi» e c’è l’ombra del riciclaggio dietro l’attività di sperpero di soldi pubblici da parte di Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio arrestato ieri a Roma con l’accusa di peculato per essersi appropriato illecitamente di circa un milione di euro. È l’ipotesi su cui stanno lavorando inquirenti ed investigatori.   

Un’ipotesi che sorge alla luce della vorticosa movimentazione di assegni emessi da Maruccio, tra l’altro schiavo del gioco, un vizio che si permetteva coi soldi dei fondi Idv. Un giro, quello dei mandati di pagamento, che in genere contraddistingue o le vittime di usura, circostanza che non sembra adattarsi alle condizioni economiche dell’ex capogruppo Idv, o i riciclatori di danaro. 

Lo stesso gip Flavia Costantini, firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare, parla di Maruccio come di «una persona che, pur percependo cospicui introiti come consigliere regionale ed essendo, al contempo, l’amministratore esclusivo di una piccola fortuna – 2 milioni e mezzo di euro nell’arco di due anni e due mesi – era perennemente pressato dalla necessità di reperire denaro». Denaro reperito, scrive il Gip, «violando ogni regolà» e preso «da sale giochi, tabaccherie, parenti, quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna, amici vari, alcuni calabresi». 

Amici calabresi sui quali sono in corso indagini. Uno di questi sarebbe infatti risultato implicato in un giro di usura.  Nell’inchiesta, che ora punta anche a verificare le posizioni dei collaboratori dell’esponente Idv, uno di questi, la segretaria Laura Marchesi è indagata per favoreggiamento, per aver aiutato Maruccio ad ostacolare le indagini. E su questo punto, quello dei possibili complici di Maruccio, è in corso un’attività istruttoria per verificare la posizione di alcune persone spuntate da alcune intercettazioni. Persone dell’entourage di Maruccio e delle quali lui si fidava.    Intanto l’ex capogruppo ha trascorso la prima notte a Regina Colei «sereno e tranquillo», riferisce il suo difensore Luca Petrucci. 

È in cella con altre tre persone e attende l’interrogatorio di garanzia di venerd. Ascoltato già dai pm subito dopo essere indagato Maruccio disse di non «avere speso i fondi per fini personali ma solo politici». Dalle indagini  sarebbe emerso un quadro diverso: almeno 100mila euro di fondi pubblici persi al gioco nella sala del suo collega di partito Andrea Palma al quale versava costantemente assegni. «Erano debiti di gioco», avrebbe detto Palma. Ma la Procura vuole vederci chiaro.

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