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REGGIO CALABRIA – Blitz di carabinieri e polizia di Reggio Calabria contro le cosche di ‘ndrangheta dell’alto Jonio reggino, con sedici ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Reggio Calabria nei confronti di altrettanti affiliati alle cosche Ruga-Leuzzi-Vallelonga, attive nei comuni di Monasterace, Caulonia, Stilo, Riace e Stignano. L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Reggio Calabria.

Contestati, a vario titolo, i delitti di associazione mafiosa, detenzione di armi da fuoco, omicidi, intestazione fittizia di beni e altro. Le forze dell’ordine hanno anche eseguito sequestri a carico di imprese: si tratta della «Impresa individuale Vallelonga Bruno» con sede a Monasterace; la Spatari s.r.l., con sedente a Stignano (RC); la «Impresa individuale Spatari Cosimo» con sede a Placanica (Rc). . Tra i sedici arrestati, vi sono anche i presunti assassini di Damiano Vallelunga. L’uomo, 52 anni ritenuto boss dell’omonima cosca di Serra San Bruno, nel vibonese, fu freddato nel corso di una sparatoria davanti al Santuario dei santi Cosimo e Damiano, a Riace nel reggino, la domenica mattina del 27 settembre 2009. Fu quell’omicidio ad accendere la nuova «faida dei boschi», nome col quale è stata battezzata l’operazione odierna coordinata dalla Dda di Reggio Calabria.

DECISIVI I PENTITI – L’operazione è scattata grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Uno di loro è Antonino Belnome, pentito storico: grazie alle sue dichiarazioni si è arrivati già a far luce sull’omicidio di Carrmelo Novella, il boss ucciso in Lombardia. Micheal Panaia è invece il nuovo pentito che ha iniziato a collaborare da pochi mesi con la giustizia. E’ stato lui il killer di Carmelo Novella e ora sta riferendo agli investigatori diversi retroscena delle cosche della Locride e di quelle in Lombardia.

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