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C’E’ un nome nuovo tra i collaboratori di giustizia. È il nome dell’ultimo pentito della ‘ndrangheta. Un nome che potrebbe conoscere molti fatti. È un pezzo da novanta, l’uomo “d’oro” delle ‘ndrine calabresi. Da mesi starebbe parlando e riempiendo verbali davanti ai magistrati della Dda di Torino e di altre autorità.

La notizia a sorpresa è arrivata durante l’udienza di un processo per droga presso il tribunale di Alessandria, come riporta oggi un ampio servizio pubblicato sull’edizione cartacea del Quotidiano. «Ho deciso di collaborare», questa la prima dichiarazione del 61enne Domenico Trimboli, alias Pasquale, uno dei più grandi narcotrafficanti mondiali della ‘ndrangheta.

LE FOTO DELL’ARRIVO DI TRIMBOLI A FIUMICINO

Trimboli, pur essendo nato in Argentina, a Buenos Aires, appartiene ad una famiglia originaria di Natile di Careri, nella Locride. L’ultima volta è stato arrestato nel 2013 a Medellin in Colombia (LEGGI) e da circa un anno, dopo l’estradizione, è carcerato in Italia. Ora vive sotto protezione in una località segreta. Domenico Trimboli è stato per molto tempo uno “specialista” del traffico internazionale di cocaina tra il Sud America e l’Europa.

E proprio dai particolari su tali traffici sarebbe partito nelle sue dichiarazioni ai magistrati non solo torinesi. Trimboli non è un boss qualunque. Ed è per questo che la notizia della sua collaborazione con la giustizia fa tremare molte persone. Secondo quanto emerso dalle recenti attività investigative, Trimboli costituiva l’elemento di raccordo tra i gruppi fornitori colombiani e le cosche jonico-reggine della ‘ndrangheta, funzionale al traffico di ingenti quantitativi di droga.

Da oltreoceano, infatti, quando il boss era latitante continuava ad organizzare la spedizione di ingenti quantitativi di cocaina verso il mercato europeo ed italiano. Aveva rapporti commerciali non solo con le cosche della ‘ndrangheta ma anche con la camorra e la mafia siciliana.

Insomma, un uomo potentissimo, il numero uno dei trafficanti, il “boss dei due mondi” come è stato definito, che ora avrebbe deciso di chiudere con la malavita. Di lui aveva parlato il pentito Rocco Varacalli quando aveva spiegato i legami della ‘ndrangheta di Natile di Careri con Alessandria, vale a dire il primo tentativo di costituire in provincia una ‘ndrina, una filiale della cosca madre operante in Calabria. Trimboli ha saltato il fosso.

I magistrati antimafia lavorano sulle pagine dei verbali del nuovo pentito per vagliare l’attendibilità delle dichiarazioni che sta facendo e trovare i riscontri. Per Trimboli è scattato il piano di protezione. È uno che sa tanto. E tremano le cosche di ‘ndrangheta, che del traffico di droga avevano fatto la principale fonte di business.

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