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POTENZA – Sono circa 5.000, a fine 2013, le imprese in provincia di Potenza con titolari under 35 (con un’incidenza dell’11,5 per cento sul totale, superiore alla media nazionale che è del 10 e persino di grandi province del centro-nord), mentre le semplificazioni aiutano a realizzare il sogno di tanti giovani lucani a fare l’imprenditore.
Sempre nel 2013 sono stati 154 gli under 35, su 267 in totale, che hanno colto al volo l’opportunità offerta dal provvedimento che ha tenuto a battesimo le cosiddette “Srl a un euro”, ovvero le società a responsabilità limitata semplificate.
«E’ la dimostrazione – commenta Alessandro Micheli, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio Imprese per l’Italia – che i giovani sono ancora disposti a scommettere e a investire sul Paese, adeguano le loro imprese ad un mercato mutato, innovano, fanno nuova occupazione per tornare ad essere vincenti».
Secondo dati di Confcommercio di rielaborazione delle statistiche di Unioncamere, le nuove imprese giovanili sorte in Italia sono 30mila e 51mila occupati in più in due anni. Con un incremento del valore aggiunto del sistema Paese di quasi 3 miliardi di euro che “schizza” a 7,5 miliardi e a oltre 130mila occupati complessivi considerando l’indotto attivato da queste nuove imprese. E’ l’obiettivo del sistema delle Camere di commercio italiane per dare un contributo fattivo alla lotta alla disoccupazione giovanile. Unioncamere stima infatti che siano 123.000 i giovani che avrebbero intenzione di dar vita a una nuova iniziativa imprenditoriale ma che, per mancanza di mezzi finanziari o per le difficoltà connesse alla fase di start up (difficoltà burocratiche, poca conoscenza dei mercati), rinunciano al proprio proposito.
«I giovani – ha aggiunto – hanno bisogno di una burocrazia snella e razionale con un sistema del credito evoluto e modulato sulle reali, mutate esigenze di chi fa impresa, e con un carico fiscale ad un livello compatibile con l’esigenza di crescita che calibri finalmente la tassazione diretta ed indiretta rendendola equa nel rapporto tra esigenza di cassa dello Stato e servizi da questo erogati e resi a cittadini e imprese”. Serve, insomma, “un ecosistema imprenditoriale nuovo e vitale che esalti il ruolo dell’impresa e stimoli competitività ed innovazione».
Il presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio lancia un messaggio al governo Renzi, a cui viene riconosciuto il merito di «voler rompere con gli schemi tradizionali e di voler innovare, aprendo una nuova stagione di riforme del Paese», proponendo due diversi sistemi di incentivi: uno per la ricerca, oggi tarato sostanzialmente solo per l’industria e per le grandi imprese, l’altro per l’innovazione a favore di tutto il sistema delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti, e che tenga conto in particolare delle start-up. C’è poi spazio anche per la questione meridionale, a proposito della quale Micheli parla di «una situazione del Mezzogiorno ulteriormente aggravatasi, il Sud sta collassando, si spopola e si disperde, perde forze di lavoro. Ma senza il Mezzogiorno il Paese non riparte. Va colmato il gap infrastrutturale e serve una massiccia operazione di riqualificazione urbana, di miglioramento dell’accessibilità, di elevati standard di legalità, di lotta all’abusivismo e al degrado urbano e ambientale. I giovani imprenditori del Sud stanno lottando contro tutto e tutti, vanno adeguatamente supportati».

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