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COSENZA – L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza dà finalmente stabilità ai primi 68 precari del territorio cosentino. Ne dà notizia un comunicato della Cgil di Cosenza. «Un importante risultato – si legge – raggiunto soprattutto grazie all’impegno della Fp Cgil di Cosenza e della Fp Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno. In una lettera del 23 settembre scorso, indirizzata al commissario straordinario dell’Asp, Gianfranco Filippelli, i segretari della Fp Cgil di Cosenza, Franca Sciolino, e della Fp Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, Franco Spingola, hanno chiesto l’applicazione del decreto numero 87, emesso dal commissario Massimo Scura l’11 agosto 2015, “nella parte riguardante l’autorizzazione all’assunzione a tempo indeterminato dei profili professionali reclutati in base all’articolo 16 della legge 56 del 1987 che risultino in servizio già a tempo determinato, il cui costo è ormai consolidato nel bilancio aziendale».

Una lettera che a quanto pare ha smosso le acque. Il 18 novembre scorso, infatti, l’Asp di Cosenza ha deliberato la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato di 66 ausiliari specializzati, un commesso e un operatore centralinista.

«La Fp Cgil di Cosenza e la Fp Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno – si legge ancora nel comunicato – esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, con la consapevolezza che si tratta di un primo passo verso l’imprescindibile stabilizzazione di tutti i quasi 600 precari impiegati all’Asp e all’AO di Cosenza».

«Insieme ad altre sigle sindacali abbiamo chiesto e continueremo a chiedere un confronto serrato con le Aziende – affermano Sciolino e Spingola – il nostro obiettivo primario è la piena applicazione del decreto 87 e del successivo accordo siglato il 19 ottobre scorso tra la struttura commissariale e le organizzazioni sindacali regionali».

«Per moltissimi anni – proseguono Sciolino e Spingola – la pubblica amministrazione ha operato una forzatura, utilizzando in maniera ordinaria i contratti a tempo determinato, che rappresentano, al contrario, uno strumento straordinario di reclutamento del personale. Ora è tempo di invertire la rotta, di rompere gli indugi. La stabilizzazione di questi 68 precari dell’Asp ci incoraggia ad andare avanti nella nostra sacrosanta battaglia. E’ arrivato il momento di dare certezze lavorative e di vita a tutti i precari. Anche perché questi lavoratori hanno acquisito un patrimonio professionale che non va assolutamente disperso. Un principio ancora più valido in un settore delicato come quello della sanità».

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