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NON hanno intenzione di rinunciare i genitori di bambini malati gravi che vogliono effettuare le infusioni con il metodo Stamina, che domattina saranno a Brescia
sotto la sede degli Spedali Civili, nonostante gli inviti diramati nei giorni scorsi dall’ospedale a non presentarsi, perché i trattamenti non riprenderanno il 5 maggio.
Insieme a loro ci sarà Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, che alla vigilia di un raduno nato in maniera quasi spontanea sui social network assicura che «non ci saranno problemi di ordine pubblico». 

Non ci sarà, invece, la piccola Gaia, una bambina calabrese affetta da Sma1, in lista per accedere alle infusioni e morta oggi. «A Brescia sono attese molte persone, anche se non ho un’idea precisa di quante saranno, ma non credo si verificheranno problemi. Ci saranno per lo più famiglie con bambini gravemente malati, accompagnate dagli avvocati, perché l’aspetto legale sarà prevalente. Fino ad ora queste persone si sono comportate in maniera molto civile, rispetto alla grande inciviltà dell’ospedale», spiega Vannoni che sottolinea anche come per «Stamina essere a Brescia domani è un dovere oltre che morale anche giuridico, perché rischierebbe una denuncia per non aver dato seguito a quanto previsto dalle sentenze dei giudici», aggiunge il presidente di Stamina, che domani sarà affiancato anche da alcuni rappresentanti del movimento politico «Io Cambio», con il quale è candidato alle elezioni europee.

Insieme a lui e al vicepresidente di Stamina Foundation, Marino Andolina, oltre ad alcuni sostenitori, i genitori di bimbi che hanno effettuato le infusioni con il metodo Stamina e di quelli in lista d’attesa. Tra questi Francesca Atzeni, mamma di Ludovica, bimba romana affetta dal morbo di Tay Sachs che ha effettuato delle infusioni con il metodo Stamina, e Guido De Barros, il papà di Sofia, bimba di Firenze affetta da leucodistrofia metacromatica che ha anch’essa effettuato le infusioni nei mesi scorsi. 

«Faccio appello al ministro Lorenzin perché ordini subito la ripresa della sperimentazione convocando il Comitato scientifico – ha dichiarato il segretario nazionale di Io Cambio, Agostino D’Antuoni che ha detto che domani sarà a Brescia con Vannoni – il ministro ci aiuti a garantire la ripresa delle cure». 

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha detto venerdì scorso che al riguardo attende «il responso del secondo comitato, dopodiché potremo mettere parola fine a questa vicenda». «Comprendo benissimo la situazione delle famiglie – ha aggiunto il ministro riferendosi ai pazienti che chiedono di proseguire le cure – ho parlato con tanti di loro. Ma l’Italia è un Paese del primo mondo, non del terzo, dobbiamo garantire le cure a tutti, ma se si rispecchiano ad una evidenza e ai minimi di protocolli di sperimentazione. Ad oggi tutto quello che noi sappiamo di questo metodo – ha concluso – è assolutamente negativo, c’é anche un processo in corso. Ma comunque, siccome non sono uno scienziato né un ricercatore, attendo il responso del comitato».

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