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STIGLIANO – “Una grande fortuna nella sfortuna”.

Il detto viene in mente ricostruendo la dinamica della tragedia, sfiorata la notte scorsa in una palazzina di via Magenta, nel cuore del centro storico di Stigliano.

Erano da poco passate le 4, quando improvvisamente è crollato il solaio, proprio nella camera da letto in corrispondenza della metà dove dormiva la signora Rosa Palma di 58 anni. La donna è praticamente precipitata al piano inferiore, adibito a deposito, facendo un volo di circa tre metri mentre si trovava nel pieno del sonno. Al suo fianco, sulla parte del solaio non crollata, illeso ma comprensibilmente terrorizzato, c’era Vincenzo Mele, il marito 59enne di professione infermiere.

Sullo stesso piano, ma in un’altra stanza, dormiva il figlio 29enne della coppia, riuscito a mettersi in salvo uscendo dalla porta principale, mentre il padre è stato recuperato poco dopo dai Vigili del fuoco, è dovuto uscire dalla finestra della camera da letto.

Una notte da incubo, sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della locale Stazione, che hanno soccorso per primi la donna, poi sono arrivati i Vigili del fuoco, personale del Comune e il sindaco Antonio Barisano.

La donna ha riportato diverse ferite per la caduta ed i calcinacci, ricoverata all’ospedale di Policoro si trova in osservazione anche per un sospetto trauma cranico, ma non rischia la vita.

Il consueto silenzio che caratterizza il piccolo centro, è stato scosso dal drammatico episodio, come anche i vicini. Come un conto alla rovescia già predestinato, che però non dà alcun preavviso; un boato si è fatto strada nei pressi del rione Villa, dove il solaio della vecchia palazzina risalente ai primi anni del secolo, è crollato, trascinando con sé la malcapitata donna nel deposito sottostante, di proprietà di un’altra persona.

Lui, infermiere dell’ospedale di Stigliano, lei casalinga, durante l’accaduto stavano dormendo nella loro camera da letto, che inconsciamente si è risvegliata un piano più sotto rispetto alla loro abitazione, dopo un volo di alcuni metri, sepolta dalle macerie.

Illeso per pura casualità, il figlio, che durante la notte si era addormentato in soggiorno, sul divano; è stato lui ad allertare i carabinieri del posto.

Il maresciallo di Stigliano, Ramona Tommaselli, racconta che i suoi uomini sono stati i primi a soccorrere la donna, e in un secondo momento a porre in salvo l’uomo con non poche difficoltà. Hanno dovuto, però, attendere l’arrivo dei Vigili del fuoco di Policoro e gli operatori sanitari del 118, per poter aiutare anche la donna intrappolata sotto cumuli di macerie.

Per lui solo di un grosso spavento, ha riportato ferite lievi.

Una tragedia sfiorata per poco, che però si poteva evitare, come confessa la sorella dalla donna: «Avevano ottenuto la casa popolare, e per anni l’amministrazione comunale ha insistito affinché si trasferissero, mio cognato però non ha mai voluto sentire ragioni, affermando ogni volta che in quell’abitazione non vi era alcun pericolo».

Una famiglia emarginata, che si trova oggi a fare i conti con l’ennesima disgrazia.

Il Comune, era a conoscenza del pericolo in cui viveva la famiglia; sapeva dell’inagibilità dell’immobile, infatti, evidenti sono le crepe che si possono notare al di fuori dell’abitazione.

Il sindaco in passato ha fatto tutto ciò che era in suo potere, e oggi ha dato l’ordinanza di sfratto, ma il sequestro dei carabinieri è arrivato decisamente prima. In passato si sono verificate situazione analoghe, e nelle medesime condizioni, si trovano anche altri cittadini del rione Villa Marina, dove la maggior parte delle strutture sono inagibili, a causa del terremoto degli anni ’80, e dalla più recente alluvione che fra i comuni colpiti, figura anche Stigliano. Il crollo della notte scorsa, non è riconducibile verosimilmente a un movimento franoso, bensì a probabili infiltrazioni d’acqua. Il Comune ha subito messo a disposizione della famiglia un altro alloggio. Una tragedia sfiorata, che per un puro caso fortuito non ha avuto conseguenze peggiori. L’ennesimo segnale di sofferenza per i nostri centri storici, piagati da dissesti e storici abbandoni.

 

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