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VULTURE – Dopo il grave incidente automobilistico dello scorso 3 ottobre sulla sp 219, dove un giovane bulgaro di nome Vladimir che vive e lavora a Ruvo del Monte, dopo un solitario testacoda sull’asfalto viscido, è stato estratto prontamente dall’auto distrutta dai primi passanti. Attualmente è ricoverato al San Carlo di Potenza con trauma cranico e fratture multiple mentre gli automobilisti sono sul piede di guerra. A farsi portavoce è Roberto Di Napoli di Ruvo del Monte: «La Sp 219 è una strada micidiale, piena di insidie, pericolosa, inadatta ad una società moderna. La strada, realizzata dopo il sisma del 23 novembre 1980, avrebbe dovuto essere la soluzione da secoli invocata per togliere dall’isolamento Comuni come Ruvo del Monte, Rapone e San Fele, ma nei fatti è diventata un pericolo per la popolazione. Non passa ormai mese che non si debba piangere qualche morto o qualche ferito.
L’anno scorso, dopo l’ennesimo grave incidente che ha messo in serio pericolo la vita di un automobilista di San Fele a causa di un giunto divelto da uno dei tanti camion che la percorrono quotidianamente, per collegare una cava di argilla lungo il suo percorso, si è giunti al paradosso, per evitarne la chiusura, di disseminarne il tracciato di semafori e strettoie. La misura, proposta dall’allora assessore alla viabilità della Provincia di Potenza, Valluzzi, era l’unica alternativa alla chiusura completa della strada, necessaria per sostituire tutti i giunti sui viadotti ormai obsoleti e pericolosi.
Il disagio è durato tutto l’inverno scorso: per percorrere 14 chilometri di strada si impiegavano mediamente 35 minuti dopo aver passato 11 semafori e 5 strettoie, per lo più mal segnalate con cartelli posti a non più di 50 metri dall’ostacolo. Tutto ciò, peraltro, non ha ridotto, se non favorito addirittura, gli incidenti stradali, anche, in verità, per la indisciplina degli automobilisti che non rispettavano né i semafori né i limiti di velocità. Rimossi i semafori e sostituiti i giunti, i problemi restano. Non è dato ad oggi sapere, a circa venticinque anni dal “colpo di mano” dei comuni interessati che ne permise l’apertura, per alcuni anni addirittura “figlia di nessuno”, se esista o meno un regolare collaudo dell’arteria prima della ultimazione dei lavori e della consegna.
Grosse buche e dossi mettono a repentaglio la vita degli automobilisti che la percorrono numerosi ogni giorno, unica arteria a scorrimento veloce che collega l’Irpinia ed i Comuni della Lucania Ofantina al Vulture Melfese e a Potenza, al Crob di Rionero In Vulture ed a tutti i servizi ed uffici provinciali e regionali. La segnaletica orizzontale ancora indica le strettoie obbligatorie per i semafori dell’anno scorso, confondendo gli automobilisti soprattutto in caso di nebbia o foschia; l’asfalto dalla costruzione della strada non è stato mai rifatto»

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