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«Il Governo dimentica le criticità dell’A3, ma non l’eventuale pagamento del pedaggio». Lo sostengono i Giovani dell’Udc. «Le forti e gravi criticità che interessano il tratto calabrese dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, anche alla luce degli ultimi tragici eventi – è scritto in una nota – ci inducono ad una riflessione e ad una netta presa di posizione affinchè non si continui a perdere ulteriore tempo su un processo di adeguamento e di ammodernamento che rischia di non essere più proporzionato alle esigenze del territorio». «Mentre il Governo Berlusconi risulta indirizzato e propenso verso l’introduzione del pedaggio anche sul tratto calabrese dell’A3 – sostengono i Giovani Udc – dimentica, speriamo inconsapevolmente e non volutamente, di quelle che sono le innumerevoli criticità di questa arteria. Vogliamo forse parlare dei disagi che quotidianamente gli automobilisti devono riscontrare in tratti al limite della percorribilità? Vogliamo discutere sulle insufficienti e spesso inesistenti misure di sicurezza che mettono continuamente a repentaglio la vita di tutti coloro i quali transitano lungo questa autostrada? E meno male che stiamo parlando di quella che dovrebbe essere la principale arteria stradale calabrese perchè altrimenti ci troveremmo in difficoltà nel comprendere e nel capire l’atteggiamento negligente ed il menefreghismo di un Governo indifferente dinanzi la strategicità dell’A3, ma attento ed interessato nell’eventuale introduzione di una tassa sul pedaggio della stessa: una presa per i fondelli tanto evidente quanto avvilente, che umilia l’intelligenza dei calabresi». «Sarebbe il caso di capire – concludono i giovani Udc – le reali intenzioni dell’esecutivo, tralasciando gli slogan dell’era berlusconiana, pretendendo delle risposte immediate in merito a dei lavori, rispetto ai quali speriamo di non doverci abituare per decenni. Prima dei pedaggi reclamiamo i servizi, così come giusto che sia e così come succede in tutta Italia, anche perchè non possiamo consentire e permettere di essere trattati come figli di un Dio minore da un Governo a chiara trazione leghista e prigioniero delle sempre più assurde pretese di Bossi».

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