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CROTONE – Confermati anche in Appello gli ergastoli per la strage del campo di calcetto di Crotone del 25 giugno 2009 nella quale, sparando all’impazzata, i sicari uccisero il piccolo Domenico Gabriele, detto Dodò, di appena 11 anni. Resta l’assoluzione per il presunto mandante, Francesco Tornicchio, ritenuto il boss dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, che però ha visto ribadire il carcere a vita per un altro delitto, quello che ha portato alla morte di Michele Masucci nel 2007 e per il quale è stato invece assolto Donatello Le Rose.

A scontare il massimo della pena per la morte di Dodò e di Gabriele Marrazzo, 35 anni, vero obiettivo della sparatoria al campo, saranno Andrea Tornicchio e Vincenzo Dattolo. Per entrambi è stato confermato anche l’obbligo a risarcire i familiari di Domenico Gabriele, il Ministero dell’Interno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Calabria, la Provincia ed il Comune di Crotone, che si sono costituiti parte civile. Rigettato il ricorso che chiedeva un inasprimento dei risarcimenti.

Il caso di Dodò, fu ferito per errore e morto 3 mesi dopo senza mai essere uscito dal coma, aveva commosso l’opinone pubblica. Insieme a lui altre 8 persone rimasero ferite per gli spari dei sicari mentre Marrazzo morì sul colpo. Gli investigatori fecero luce sul raid omicida con un’inchiesta battezzata “Apocalypse now”, condotta contro presunti affiliati alla cosca Tornicchio, operante a Strongoli, nel Crotonese, e ritenuta satellite del clan Giglio. Tra le accuse, oltre allassociazione a delinquere di stampo mafioso, anche rapine, danneggiamenti, estorsioni, reati in tema di armi, traffico di sostanza stupefacente e favoreggiamento. Il blitz fu condotto dai carabinieri del comando provinciale di Crotone con la direzione dell’allora sostituto procuratore Sandro Dolce e in un primo filone dell’indagine contestava anche un altro omicidio, dal quale l’inchiesta ha preso le mosse, e cioè quello di Michele Masucci, commesso a Strongoli il 27 novembre 2007 all’interno della “Centrale Biomasse” dove la vittima lavorava. Un delitto ritenuto collegato allo scontro tra cosche crotonesi.

Il 25 settembre 2009 vennero eseguite quattordici misure cautelari. Poi, il 23 aprile 2010, altri otto provvedimenti furono contestati ad altrettanti indagati già raggiunti dall’ordinanza precedente. Fra le accuse di quest’ultima tranche dell’indagine anche la strage avvenuta nel campo di calcetto.

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