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ROSSANO (CS) – All’indomani dell’incidente ferroviario avvenuto in Calabria, che ha determinato la morte di sei operai romeni – tre uomini e tre donne – i carabinieri hanno chiarito la dinamica del fatto e si apprestano a inviare una relazione alla Procura della Repubblica, che ha avviato un’inchiesta per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo.   I militari hanno accertato che intorno alle 17.15 di ieri, quando era già buio, i sei operai romeni hanno concluso il loro lavoro nei campi e sono saliti a bordo di una Fiat Multipla per rientrare nei rispettivi alloggi. 

Hanno percorso un tratto breve di una strada interpoderale – che va dalle campagne fino alla statale 106 Jonica – e sono arrivati alla ferrovia, che taglia perpendicolarmente la strada. L’attraversamento della sede ferroviaria, in un tratto rettilineo, è «regolato» da due cancelli, la cui gestione è affidata a privati mediante una convenzione stipulata con le Ferrovie dello Stato. Il primo cancello, dal lato delle campagne, era aperto; il secondo, dal lato della statale Jonica, era chiuso con tre lucchetti, tanti quanti sono i proprietari dei fondi che si servono della strada interpoderale per raggiungere i loro terreni. Ai lucchetti è applicato un dispositivo, per cui, aprendone uno solo, si sbloccano anche gli altri due.    

È stato un altro romeno – non coinvolto direttamente nell’incidente e che pare non fosse a bordo dell’auto – ad aprire il cancello: la chiave di uno dei lucchetti gli sarebbe stata data qualche tempo fa dal proprietario terriero per il quale lavora. Il conducente del veicolo ha cominciato l’attraversamento della sede ferroviaria, senza avvedersi, forse proprio per il buio, del sopraggiungere del treno regionale 3753, che era partito qualche minuto prima da Rossano e avrebbe fatto la successiva fermata nella stazione di Mirto Crosia. L’impatto è stato violento e non ha lasciato scampo agli occupanti del veicolo, che sono morti sul colpo.    All’arrivo dei soccorritori, il treno aveva le luci posteriori di colore rosso accese (sono quelle che indicano la “coda» del convoglio), mentre non è stato possibile stabilire, a causa dei danni subiti nell’impatto, se anche le luci anteriori (che devono essere di colore bianco) fossero accese. 

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