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FERRANDINA – Lunedì 7 ottobre, un violento nubifragio investe la costa jonica, Ginosa, Bernalda Montescaglioso, Scanzano, Marconia, Laterza, subiscono gravi danni; quattro persone muoiono travolte dalle acque, fango macerie e lacrime.

A meno di venti chilometri, proprio in quei giorni, una bella squadra di cinghialari di Ferrandina blocca un gruppo di animali in una fosso e fa una strage. «Ventisette cinghiali fucilati e poi foto sorrisi battute oscene -denuncia l’ambientalista e animalista materano Pio Acito sulla sua bacheca di Facebook- e del gruppo fa parte il vice sindaco di Ferrandina. Sappiate che queste persone girano armate e si divertono ad ammazzare esseri viventi», conclude senza mezzi termini Acito.

In effetti è una brutalità inaudita, perché seppure sia tollerabile, essendo consentito dalla legge (ma su questo si può discutere), che si pratichi la caccia grossa, ma sembra francamente indelicato pubblicare le foto di un’autentica strage, come hanno fatto i cacciatori di Ferrandina. Immaginiamo che ci sia anche chi dirà. “I cinghiali sono troppi ed arrecano danni alle colture”. D’Accordo, ma non è comunque tollerabile che mentre a pochi chilometri di distanza si consuma un evento drammatico, c’è chi invece di aiutare i soccorritori, pensa bene di approfittare del verosimile spavento di animali in fuga per farne strage e poi spettacolarizza il tutto. Un caso che ha illustri precedenti proprio nella real casa inglese, dove Pippa Middelthon, la cognata del principe Williams, si fa fotografare davanti ad uno stuolo di quaglie morte. Per noi non fa differenza, è sempre barbarie.

a.corrado@luedi.it

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