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Cinque cose da sapere: nella remota regione Basilicata, la città scolpita nella roccia, Matera, è candidata a capitale europea della cultura nel 2019.

L’articolo di Maya  Boyd sul periodico inglese  “metroUk”, descrive la città fra storia, leggende e luoghi del bon  vivre e li fa apprezzare anche ai passeggeri della line sotterranea della capitale inglese.

“Le sue antiche piazze  –  scrive la giornalista – sono animate da boutique, ristoranti e alberghi.

 Fate una passeggiata in piazza Vittorio Veneto quando la città sembra muoversi al tramonto”. Ma sulla Festa della Bruna, Maya Boyd purtroppo prende un sonoro scivolone, modificando le modalità delle celebrazioni.

Nell’articolo si legge infatti: “La statua della Madonna col bambino viene scortata da cavalieri in costume, fino alla chiesa nel rione Piccianello.

Lì, ormai al sicuro, il carro che l’ha trasportata viene demolito  e i festeggiamenti cominciano”.

Descrivendo la città e in particolare i Sassi, la cronista aggiunge: “Matera si trova su una cresta fra due canyon. Le case sono accatastate caoticamente una sull’altra e risalgono in alcuni casi al Paleolitico, facendo della città l’unico luogo al mondo in cui i cittadini possono vantarsi di vivere dove vivevano i loro antenati 9000 anni prima”.

Nel resto del testo, si parla degli alberghi e del resort di Francis Ford Coppola a Bernalda. “Cercando le sue origini nel XVmo secolo, nella città di Bernalda, il regista del Padrino si è imbattuto nel palazzo di famiglia.

Sedotto dalle camere sontuose e dagli affreschi, si è impegnato nella ristrutturazione del palazzo per riportarlo all’antico splendore.

Il risultato è Palazzo Margherita con un servizio impeccabile, suite stravaganti disegnate dal clan Coppola, con cucina rustica italiana e una spiaggia privata sulla vicina costa jonica”.

L’articolo prosegue parlando della Cripta del peccato originale che risale al IX secolo. Vicino – prosegue la Boyd – c’è Craco, la città fantasma della Basilicata.

A causa di terremoti e frane a metà del 20mo secolo, i 1800 abitanti della città furono costretti ad abbandonare le loro case, lasciando Craco completamente disabitata.”

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