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POTENZA – L’Irccs Crob di Rionero ha pubblicato ieri i nuovi dati del registro tumori relativi al 2011 e il quadro che emerge è chiaro: l’incidenza del cancro non è in aumento tra i lucani. Anzi: se nel 2010 i nuovi casi sono stati 3.809, nell’anno successivo il numero si è leggermente ridotto, passando a 3.691. Il calo più sensibile si riscontra per la popolazione maschile: 2067, rispetto ai 2146 dei 12 mesi precedenti. Mentre per la popolazione femminile il dato si mantiene sostanzialmente stabile: i 1663 nuovi casi del 2010, passano a 1624 dell’anno successivo. Tornando indietro con le serie storiche, si nota come solo per le donne ci sia una leggera tendenza all’aumento dell’incidenza tumorale, ma questo, per il responsabile del registro tumori, Rocco Galasso, «si spiega per lo più con la generale tendenza da parte delle donne a fare propri stili di vita maschili, come fumo e alcol». Insomma, «il dato lucano è perfettamente in linea con quello nazionale». E non solo per l’incidenza per sesso, ma anche per tipologia e organi colpiti. Soprattutto cancro a polmoni e prostata per gli uomini (rispettivamente 219 e 319 nel 2011), mammelle per le donne (355 casi). Sull’intera popolazione, elevata è poi l’incidenza di tumori al colon, retto, fegato e soprattutto alla pelle. In linea con l’andamento che si riscontra nel resto del Paese. Insomma, i numeri aggiornati forniti dal Registro tumori smentiscono l’allarmismo generalizzato di malattie in aumento in regione. Soprattutto perché le aree considerate, nell’opinione comune, potenzialmente più a rischio come la Val d’Agri o la Valbasento sono perfettamente in media con il resto della regione. Anzi, nella valle del petrolio i nuovi malati, in proporzione, sono addirittura inferiori rispetto a quelli, a esempio, di Potenza. Basti pensare che a Viggiano i casi del 2011 complessivamente sono pari a 19 (maschi e femmine, tendendo dentro anche i tumori della pelle), mentre, in un comune come Atella, che ha grosso modo la stessa popolazione, ne sono 31. A Ferrandina, invece, che ospita gli ex insediamenti estrattivi e il centro di smaltimento delle acque reflue che arrivano dalla Val d’Agri, il totale è di 59, mentre Montalbano Jonico, con un numero inferiore di residenti, di casi ne ha quasi il doppio. Lavello, vicinissima all’inceneritore Fenice, mostra un’incidenza pressocchè simile a una città delle stesse dimensioni, come Lauria.
Tutti i dati sono consultabili sul sito del Crob, alla voce “Registro tumori”, Qui ci limitiamo a fornire quelli dei due capoluoghi. A Potenza si registrano 236 nuovi casi che hanno colpito gli uomini, 227 le donne. A Matera 214 uomini e 176 donne. Va precisato che analizzare le informazioni per singolo comune non è affatto semplice, data la ridotta popolazione della maggior parte dei comuni lucani.
Complessivamente, però, quello che emerge è che non si evince una connessione diretta tra le presunte fonti di inquinamento ambientale e malattie tumorali, come conferma il dottor Galasso.
Il dato del 2011 non è troppo distante da quello del 2005 che corrisponde al primo anno rispetto al quale il registro del Crob fornisce informazione: i casi, dieci anni fa, erano risultati 3.413. Una cosa è certa, fa sapere l’ufficio stampa dell’Istituto a carattere scientifico di Rionero: con la pubblicazione dei dati relativi al 2011, «quello lucano si porta al livello del più aggiornato registro tumori italiano». In più, la direzione strategica annuncia che sono già state avviate le attività che porteranno alla pubblicazione dei dati relativi all’anno 2012.

m.labanca@luedi.it

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