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CORIGLIANO – Manca l’arma del delitto: il coltello. Contrada Chiubbica (ex mattatoio comunale) rastrellata dai carabinieri, nel tratto che va dal luogo della tragedia fino al torrente Coriglianeto. I militari sono alla ricerca della lama conficcata per ben venti volte in varie parti del corpo di Fabiana, la 15enne barbaramente arsa da viva (quel che emerge da una prima proiezione dell’esame autoptico). Ieri mattina sul luogo dell’orrore ha effettuato un sopralluogo il sostituto procuratore del Tribunale dei Minori, Simona Tartaglia, titolare dell’inchiesta. Sul posto anche i legali della difesa, gli avvocati Giovanni Zagarese e Antonio Pucci. Un sopralluogo preannunziato, ma che è stato anticipato forse al fine di evitare l’assalto dei media ai vari livelli. Sono stati effettuati nuovi rilievi fotografici. Allo stato, la procura è in possesso delle riproduzioni fotografiche in mano ai Carabinieri e alla scientifica. Gli investigatori vanno alla ricerca anche di una maglietta che Davide pare indossasse il giorno del dramma. Sull’indumento, secondo quanto suppongono i carabinieri, dovrebbero comparire tracce di sangue della vittima. Riguardo l’arma, è lo stesso Davide ad avere riferito di averla gettata nei pressi del luogo del delitto. Ma tace sulla maglietta, non dice nulla. Proprio nelle ultime ore, i militari hanno perquisito l’abitazione dove vive la famiglia di Davide, alla disperata ricerca di una felpa. Ma nulla, della maglia non vi è traccia. Sotto il profilo indiziario, seppure si è in attesa dei referti della scientifica e dei dati definitivi relativi all’esame autoptico, al momento la Procura può far leva solo sulle dichiarazioni di Davide che, dell’omicidio, si è auto accusato. E chiaro che adesso gli inquirenti sono alla ricerca di prove materiali incontrovertibili. Rinvenuta sul luogo del delitto, la tanica di benzina con una capacità di contenere 20 litri di benzina. Davide quel maledetto giorno si sarebbe recato presso un distributore, ed avrebbe riempito il contenitore per 10 litri di liquido infiammabile. Il tutto allo scopo di distruggere qualsiasi traccia del delitto facendo scempio del corpo di Fabiana. Inoltre vi è tutta la partita delle impronte da verificare ed includere nel fascicolo della pubblica accusa. Ieri mattina, secondo talune indiscrezioni, nel tratto intercorrente tra il luogo dove Fabiana è stata accoltellata e il luogo dove è stata rinvenuta cadavere non vi sarebbero tracce di sangue. Intanto, a “Tgcom 24” rompe il silenzio la sorella di Fabiana, Sonia Luzzi: «Le avevamo detto piu’ volte di stare in guardia perchè lei era troppo giovane e inesperta e non poteva capire che lui aveva davvero qualche problema. Era travagliata, ci ascoltava fino a un certo punto. Diceva sì, ma poi si faceva di nuovo raggirare e rientrava nel tunnel dell’ amore che pensava di provare per lui». «Abbiamo capito subito che c’entrava lui – rincara Sonia – sin dal primo istante perchè lei, come tutti i ragazzi di oggi, viveva con il cellulare in mano. Non e’ normale pero’, come faceva lei, non rispondere o spegnerlo del tutto. Non puo’ che annunciare qualcosa di brutto. Spero soltanto in una giusta pena, altrimenti la morte di mia sorella sarà vana come quella di tutte le altre donne che vengono uccise». «Voglio sia fatta giustizia per Fabiana. Lei si fidava di questa persona e l’ha tradita nel peggiore dei modi, fate attenzione tutti perchè questo è un mondo crudele». Lo ha detto la mamma di Fabiana, parlando dal balcone di casa e rivolgendosi a tutti coloro che hanno partecipato al corteo in segno di vicinanza alla ragazza. Quando il corteo è giunto sotto casa della giovane i palloncini rossi sono stati liberati in cielo ed un lungo applauso è partito dalla folla. Dal terrazzo della casa, i genitori, le sorelle ed altri familiari della giovane hanno gridato più volte grazie all’indirizzo della folla sulla strada unendosi al battimani.

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