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Una regione di “serie D”; questo il commento del c consigliere regionale Antonio Rappoccio (Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente) relativamente alla vicenda del taglio di 21 treni a lunga percorrenza che «ci deve far comprendere come la Calabria sia a tutti i costi penalizzata». «L’impegno di tutta la classe politica e non – ha aggiunto Rappoccio – deve essere finalizzato a trovare soluzioni definitive affinchè la Calabria non sia considerata regione di assistenza. Dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze per sopperire a queste carenze che, puntualmente, ci portano indietro di cento anni. Il ridimensionamento del trasporto ferroviario in Calabria, previsto per il prossimo 12 dicembre, getta nel caos un’intera regione, già messa in ginocchio dagli innumerevoli disagi che i mezzi di trasporto procurano con i ritardi e le soppressioni».
Per Rappoccio «non è giustificabile che il taglio delle risorse finanziarie legate alla politica di Trenitalia debba colpire la nostra regione lasciandola in un completo abbandono ed isolamento. È necessario che Trenitalia riveda la sua programmazione per integrare il trasporto ferroviario con ulteriori treni a lunga percorrenza e per far arrivare a Reggio Calabria anche la ‘Frecciargentò che, momentaneamente, fa capolinea a Lamezia Terme, obbligando i passeggeri a proseguire il viaggio con altri mezzi».

Udc: l’intervento di Alfonso Dattolo e di Gianluca Gallo

«In un periodo di grave crisi per l’economia nazionale, avvertita in maniera ancor più stringente nelle regioni del Meridione, Trenitalia, società privata che però opera in regime di sostanziale monopolio contando peraltro su significativi finanziamenti pubblici, sceglie di far sparire dai suoi orari decine di treni, tutti accomunati dall’avere come punto d’origine o di arrivo le città calabresi». Ad affermarlo congiuntamente il capogruppo regionale dell’Udc Alfonso Dattolo ed il suo vice Gianluca Gallo. «Per una regione – continuano – che sconta un’antica carenza infrastrutturale, già costretta all’isolamento da una rete ferroviaria non elettrificata ed a binario unico, oltre che dagli interminabili lavori lungo l’autostrada, dal mancato adeguamento della statale ionica 106 e dalla mancata realizzazione delle trasversali interne, si tratta di una scelta che assume contorni che vanno ben al di là della pure legittima decisione imprenditoriale, traducendosi per contro – aggiungono Dattolo e Gallo – in una misura che va ad ingigantire l’isolamento della Calabria dal resto d’Italia, con gravi e negative ripercussioni non solo per i cittadini, ma anche per comparti economici di primo piano, quali l’agricoltura ed il turismo, pesantemente ed ingiustificatamente penalizzati».

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