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MATERA – Sono bollenti, infuocati gli animi dei materani quando si parla della Tari, la tassa sui rifiuti solidi urbani. «Ho due figli, che hanno un contratto di locazione nel Nord Italia e dovrei pagare anche per loro che a Matera non ci sono quasi mai; per non parlare delle persone decedute, a cui viene ancora assegnata la Tari. Se si prova a fare un ricorso per questi casi, viene stimata una riduzione del 10 per cento, quindi una miseria», ha dichiarato Eustachio Loperfido. C’è tanto ancora da capire e tante sono state le questioni sollevate nel corso dell’assemblea cittadina organizzata ieri dall’Adiconsum Basilicata, nella parrocchia di Sant’Agnese, a cui ha partecipato una parte della cittadinanza materana.
Un regalo di Natale, la bolletta, che però non si scarta con piacere, anzi c’è il rischio che una volta aperta la busta la sorpresa sia tale da sentirsi male.
Ebbene, a questa situazione il responsabile di Adiconsum Matera, Angelo Festa, ha così dichiarato: «Abbiamo chiesto informazioni all’amministrazione e non le abbiamo ancora avute, quindi siamo stanchi di questa continua vessazione da parte della classe dirigente. Lavoratori, pensionati, imprenditori onesti sono caricati di costi non dovuti e, quindi, oggi lo scopo è far sentire la nostra voce unita, perché vogliamo più trasparenza e capire dove sono stati commessi gli errori; purtroppo le autorità sono state invitate, ma non si fanno vedere».
Parole forti, che non lasciano indifferenti la platea irrequieta, arrabbiata e impaziente di avere la propria occasione per raccontare la propria storia ed esternare la propria soluzione.
Come Maria Di Cuia, felicemente sposata con suo marito da anni, ma a cui sono state recapitare ben due bollette per il pagamento della Tari: per lei ben 400 euro e per suo marito altri 250 euro. Un caso anomalo, inspiegabile, che si aggiunge ad altri errori, ma Maria Di Cuia non si arrende: «Lunedì andrò sicuramente in municipio a chiedere chiarimenti, perché già la singola cifra di 400 euro è troppa, poi addirittura avere due bollette nella stessa famiglia mi pare assurdo».
Giuseppe Bianco, residente in via La Martella, contesta il servizio di gestione dei rifiuti, senza peli sulla lingua: «Dobbiamo pagare per dei servizi che non ci vengono garantiti per fare un piacere ai dirigenti? Dei parassiti che si spartiscono i nostri soldi. Vogliamo chiarezza e una revisione dei conti».
In effetti la chiarezza non c’è stata, e per questo anche il consigliere comunale Pietro Iacovone è intervenuto: «Con la proclamazione di Matera a Capitale europea della cultura, c’è stato un aumento dei costi per la maggiore affluenza turistica di circa 700mila euro, ma questi non dovevano gravare sulle famiglie bensì sulla fiscalità generale». Chi colpevolizza l’attuale amministrazione, chi quella precedente, chi la Regione perché, ricordiamolo, il sistema di conferimento dei rifiuti ha competenza regionale. E non si risparmia neanche colui che ha aperto le porte della parrocchia di Sant’Agnese per questo incontro, Padre Basilio Gavazzeni, arrabbiato e ancora in attesa della sua bolletta: «Ci sono una molteplicità di cartelle con diversi carichi, diversi conteggi, non si capisce quali siano stati i calcoli. Il sindaco è operativo solo per Matera 2019».
A queste parole l’applauso nasce spontaneo perché, a quanto pare, per i materani la periferia è sempre più trascurata e lasciata allo sbando, rispetto al centro nel quale dei piccoli passi in avanti sono stati compiuti. Questione sollevata anche da Nicola Pilato profondamente amareggiato per la zona in cui vive, la collinetta di Serra Rifusa, che necessita di una messa in sicurezza. Nel frattempo, si attende il 16 dicembre, giorno in cui il Tar si dovrà esprimere sulla diffida verso il Comune di Matera arrivata dal Ministero dell’Economia in merito all’aumento delle aliquote Tari e Tasi avvenuto oltre il termine del 30 di luglio. Infatti, anche per la Tasi la questione è problematica: si dovrà pagare un’aliquota del 1,8 per cento e poi quello 0,8 per cento verrà rimborsato? Gente stanca, che pretende chiarezza e non si arrende. Quali sono le soluzioni per affrontare l’aumento del 125 per cento della Tari? Se alcuni incitano a non pagare, Angelo Festa di Adiconsum ha consigliato invece a tutti i cittadini materani di pagare almeno la prima rata, per non incorrere in multe e nel frattempo continuare a rimanere uniti per chiedere una revisione dei conti e una verifica. In molti, invece, hanno avanzato la richiesta di un incontro con il prefetto e persino con “Striscia la notizia”, per rendere tutta l’Italia partecipe e vicina.
«Manca un Piano regionale dei rifiuti, questo è il vero problema; poi una Tari ripartita per il 65 per cento sulle utenze domestiche e solo per il 35 per cento su quelle commerciali andrebbe rivista», ha affermato l’ex consigliere comunale Raffaele Cotugno. I tempi sono sempre più stretti, con la scadenza della prima rata fissata per il 31 dicembre e mentre la cittadinanza richiede a gran voce una sospensione, un nuovo calcolo e delle spiegazioni pubbliche da parte dell’Amministrazione sulla questione Tari, il santo Natale si avvicina, ma la serenità sembra non essere di casa.

matera@luedi.it

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