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UNA Tasi all’1 per mille per tutti. Un provvedimento più equo che va nella direzione di abbattere alcune iniquità che la norma aveva nuovamente prodotto.

E’ la decisione che l’Amministrazione comunale e la maggioranza che lo sostiene hanno maturato e portato avanti in queste ore con l’idea di applicare l’aliquota minima dell’uno per mille sarà applicata a tutti gli altri immobili (seconde case, terreni, attività produttive, etc.) posseduti a qualunque titolo.

Anche le subconcessioni dovrebbero dunque rientrare in questa sorta di recupero del gettito che non può riguardare solo i proprietari di case.

L’idea lanciata nei giorni scorsi dal consigliere comunale Michele Paterino ha trovato dunque la condivisione della maggioranza che ora dovrà decidere alcuni aspetti tecnici al momento dell’emanazione della delibera tra questi la quota che toccherà pagare agli affittuari che la legge pone tra il 10 e il 30 per cento. Probabile che ci si avvicini di più a quest’ultima cifra. Di certo trattandosi di una tassa sui servizi tutti coloro che ne usufruiscono saranno chiamati, proporzionalmente, a contribuire.

IL SINDACO – «I servizi indivisibili del resto, come quelli che copre la Tasi, sono i servizi garantiti a tutti quanti i cittadini e non solo ai proprietari di un’abitazione».

«La nostra idea punta sostanzialmente a riequilibrare la situazione permettendo di pagare qualcosa a chi invece avrebbe dovuto pagare zero alleggerendo invece i conti più salati» ha spiegato Adduce annunciando al contempo che  «la giunta comunale proporrà al Consiglio comunale di applicare all’abitazione principale l’aliquota minima prevista dalla normativa, pari all’uno per mille, producendo in tal modo, per la quasi totalità delle famiglie, il dimezzamento della vecchia Imu pagata nel 2012».

Un risultato importante per una delibera che ancora non c’è ma che al più presto verrà invece emanata anche perchè: «non credo si possa aspettare molto, entro il mese di giugno si dovrà approvare il bilancio. Ci sono ancora alcune settimane prima di prendere il provvedimento definitivo».

In base alla simulazione su cui il Comune sta oggi ragionando ci sarebbe un minore introito con l’applicazione di quest’aliquota di 1,6 milioni di euro circa che verrebbero però recuperati operando su tutti quanti gli altri immobiliti posseduti a qualunque titolo.

IMU MASCHERATA – «Già proprio di quello in effetti si tratta. Ciò che è discutibile, invece – afferma il sindaco Adduce – è l’aver scelto ancora una volta la casa e gli altri immobili come base imponibile con un appesantimento della pressione fiscale sulle abitazioni.

Questa decisione contravviene ai principi generali della tassazione che devono rispondere ai criteri di equità, proporzionalità e progressività.

Cosa molto difficile da realizzare avendo come base imponibile la casa. Anche per questo abbiamo atteso, in verità invano, che ci fossero ripensamenti e chiarimenti. Purtroppo non sono venuti.

Ecco perché abbiamo deciso di applicare l’aliquota minima dell’uno per mille in modo da non appesantire i già precari bilanci familiari e delle aziende».

I TEMPI E LE SCADENZE – I cittadini di Matera, pertanto, dovranno pagare la tasi entro il 16 settembre 2014, utilizzando la recente proroga decisa dal governo. Fermo restando, è solo in caso di ricordare, che la prima rata Imu sulla seconda abitazione, sugli altri immobili, terreni, opifici, attività produttive, etc. a norma della legge dovrà essere pagata entro il 16 di giugno 2014 con aliquota 0,96 per mille.

L’INTERVENTO SULLA TARI – Anche in questo caso le voci che si rincorrono e che portano ad un aumento delle aliquote hanno un fondo di verità. Adduce spiega: «abbiamo dovuto adeguare gradualmente il costo del servizio a quelle che sono le necessità complessive ed oggi dobbiamo prepararci ad affrontare un nuovo bando per la raccolta dei rifiuti. In quest’ottica credo che un altro sforzo andrà fatto, alcuni già in passato ci sono stati e direi che quello più difficile è già stato fatto. Adesso toccherà fare un altro sforzo, ci serve poter sostenere un bando da circa cinque milioni di euro, una cifra che abbiamo anche adeguato e che inizialmente pensavamo più alta fino a toccare i sei milioni. Ora credo possa essere sufficiente. Altri 500.000 euro da recuperare? Credo che all’incirca la cifra possa essere proprio quella». 

p.quarto@luedi.it

 

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