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MATERA – Un appuntamento questa mattina a Roma con il sindaco Raffaello De Ruggieri, il professor Giovanni Carnovale in rappresentanza della proprietà e l’avvocato Cancrini per cercare una soluzione che possa definire un percorso futuro per l’utilizzo della storica struttura situata nel cuore di Matera. La nomina di queste ultime ore che in qualche modo modifica quanto affermato dal sindaco in Consiglio comunale è che «la maggioranza dei soci del teatro Duni» spiega Giovanni Carnovale, «non ha nessuna intenzione di mettere in vendita la struttura ma vuole lavorare per identificare una soluzione non di semplice ristrutturazione ma di riutilizzo del bene a fini culturali, certamente non ci sarà alcun tipo di svendita del teatro Duni».
Non essendo perseguibile l’idea di una vendita dal privato al pubblico del bene l’ipotesi, realmente praticabile anche se non semplice, di lavoro che verrà esaminata quest’oggi porta all’instaurazione di una collaborazione tra pubblico e privato attraverso diverse e possibili forme in campo che vanno dal project financing alla creazione di una società mista pubblico-privata ed alla creazione («certamente l’ipotesi più difficile» conferma Carnovale) di una Fondazione.
Trovare il mezzo, lo strumento per arrivare al riutilizzo della struttura sarà il primo passaggio. Il secondo è quello che fa riferimento alle risorse e che potrebbe vedere un accesso alle disponibilità in campo per i contenitori culturali della città: «ci sono disponibili sette milioni per il miglioramento dei contenitori culturali da mettere a disposizione e il Duni è l’unico con valenza internazionale presente sul territorio e con 950 posti disponibili che potrà essere adattato tra l’altro ad una serie di esigenze che possono andare dalla convegnistica ad una nuova stagione teatrale.
La collaborazione di cui si parla più che su una struttura deve riferirsi ad un progetto sociale».
Uno degli elementi fondamentali della vicenda e della possibile destinazione dei fondi europei a disposizione è che «per l’utilizzo di fondi europei per i contenitori culturali si può far riferimento a strutture pubbliche o privati e in questo caso il Duni per dimensioni e capacità è struttura unica a livello lucano e c’è dunque un obbligo di prendere in considerazione la richiesta prima di valutare altre e diverse opzioni».
La prospettiva è quella di mettere in campo attraverso la realizzazione della partnership pubblico-privata un nuovo progetto: «che andremo a presentare molto presto e su cui sta lavorando con grande impegno l’architetto Luigi Acito, un progetto che si propone di poter utilizzare il teatro a fini culturali e dotandolo di una pluralità di possibilità, tre sale con eventi pubblici e privati possibili. Un’idea che molto presto presenteremo e che sarà certamente illustrata nel corso dell’incontro» conclude Carnovale che aggiunge: «per la prima volta abbiamo avuto dopo tanto tempo un interlocutore privilegiato come il sindaco di Matera che si sta impegnando molto e che ha le conoscenze per affrontare queste questioni».
L’incontro odierno non sarà certamente risolutivo ma potrebbe identificare un percorso da avviare per dare un futuro definito al teatro Duni.
Due gli obiettivi che questi contatti ed altri successivi si propongono di raggiungere: definire un percorso di collaborazione da poter seguire che metta insieme pubblico e privato e identificare poi la necessità e l’utilizzo delle risorse da mettere a disposizione e della proporzione pubblico-privata.
Il nuovo progetto che dovrebbe avere la luce e che riguarda il Duni potrebbe costare intorno ai 4 milioni di euro e su una cifra di partenza, (indicativamente appunto attorno ai 4 milioni), si andrà ad avviare un confronto tra l’intervento pubblico e quello privato e le diverse “misure” in cui potranno realizzare l’obiettivo che riguarda lo storico teatro materano. Il percorso da compiere potrebbe iniziare oggi, l’idea di vendere non è più la priorità. La volontà di De Ruggieri ma anche una consapevole preoccupazione restano.
Ci sarà da capire se ci sono le basi per trovare una sintesi che possa essere complessivamente praticabile e realizzare l’obiettivo di una partnership pubblico-privata utilizzando una parte di quei sette milioni disponibili.
p.quarto@luedi.it

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