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La speranza è sempre l’ultima a morire. A Poggio Tre Galli però non si attendono miracoli, ma solo un gesto di attenzione, probabilmente gratis. Le immagini parlano chiaro: un cumulo di terra è venuto giù dal costone che fiancheggia via Adriatico, nei pressi di piazzale Sofia.
Ma non ieri. Non avantieri. I giorni ormai non si contano più. Perchè il primo episodio risale a un forte nubifragio che ha colpito il capoluogo a fine anno scorso.
Successe la stessa cosa: la terra giù ad occupare il manto stradale, la denuncia da parte dei cittadini residenti, l’arrivo, peraltro tempestivo di un mezzo e strada liberata. Ma nessuna precauzione per il futuro: così, per altre piogge e per un cedimento naturale, altra terra è rivenuta giù, rimettendo le cose come erano a fine 2014.
E così circolazione dei mezzi a rilento, qualche difficoltà quando si incrociano due autobus, timore effettivo da parte dei pedoni, costretti a camminare in mezzo a una strada impraticabile, dato che mancano i marciapiedi.
Quella interruzione è ormai diventata parte integrante del quartiere, quasi un luogo simbolo.
Che fare? E’ lecito attendersi un rimedio? O è opportuno, come avvenuto in altre circostanze, che gli stessi residenti provvedano da soli?
E’ già successo: per il parco dell’Europa Unita diventato un ricettacolo di immondizia, o anche per il taglio autonomo dell’erba altissima in tutte le aiuole che caratterizzano ogni singolo isolato. Ci hanno pensato da soli.
Possono farlo anche ora? Bastano un paio di pale, un furgoncino per caricare la terra in eccesso e andarla a rovesciare altrove. Finirà così? Forse no, perchè alla prossima pioggia, verrà giù un altro po’ di terra a rimettere le cose a posto.
E la chicca più divertente è il cartello che campeggia sulla protezione: “Il guaio dei non vedenti è vivere in un mondo di ciechi”.
Come sperare che possa intervenire un’amministrazione che probabilmente non si è nemmeno accorta del danno?

a.pecoraro@luedi.it

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