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LA buona notizia è che lo sciopero della fame di tre persone è stato interrotto; quella buona solo a metà, invece, è che la Basilicata continua ad ottenere ciò che gli spetta di diritto, solo a piccoli bocconi: per ora è arrivata, infatti,  solo la conferma del riconoscimento dello stato di calamità, che sarà approvato nel corso del primo consiglio dei ministri dell’anno.

Nulla, però, sul fronte delle somme destinate a famiglie e imprese danneggiate dall’alluvione di ottobre. In questo contesto in grigioscuro si muove il Comitato di difesa Terre Joniche che ieri ha incontrato sindaci della provincia, cittadini e stampa nell’area  davanti al palazzo della Prefettura.

Attorno alla vertenza in atto da alcune settimane, intanto, aumenta la solidarietà che ieri è giunta anche dal coro dei Cantori materani diretti da Alessandra Barbaro, nel corso del loro tradizionale concerto natalizio che si è tenuto  sotto le arcate del palazzo dell’Annunziata. Al tavolo del Comitato, ieri c’erano anche i componenti della Consulta Attività produttive di Montescaglioso, nata dopo la drammatica frana di dicembre.

Carmine Sgambato,  uno dei tre componenti del Comitato in sciopero della fame fino a ieri,  spiega: «Rivendichiamo la nostra dignità, da plebe a popolo. I nostri obiettivi sono molto concreti : messa in sicurezza del territorio, recupero del tessuto sociale, commerciali, industriale e turistico».

Insieme a Sgambato, ci sono anche Gianni Fabbris, leader del Movimento (a digiuno dal 24 dicembre) e Antonio Melidoro, presidente del consiglio comunale di Nova Siri.

«E’ un nodo complicato e aggrovigliato fra questioni diverse. C’è un problema serio di non governo del territorio – chiarisce  Fabbris – di errori nel modo in cui è stato gestito; è necessario ridefinire il rapporto fra popolazioni e terra, a 70 anni dalla Riforma agraria. Abbiamo chiesto alla Regione l’impegno di aprire un nuovo tavolo in cui discutere e affrontare ognuno di questi nodi. I primi riguardano le risposte urgenti, strategiche che risolvono problemi nati a causa delle tre alluvioni che ci hanno colpito negli ultimi tre anni. Per il 2011 i danni in Basilicata sono stati pari a 305 milioni, per il territorio sono stati stanziati 14 milioni di cui un terzo sono arrivati realmente – precisa ancora Fabbris – una goccia che corre il rischio di essere fagocitata dai problemi successivi. A Regione e Governo noi abbiamo sottolineato che quella partita va chiusa; non serve l’intera cifra,  ma strumenti e una parte di risorse. L’alluvione del 7 e  8 ottobre scorsi, poi, ha provocato  danni nella stessa area del 2011, pari a 65 milioni. Solo 25 giorni dopo, ancora danni a Montescaglioso la cui entità non è stati ancora quantificata. E’ il momento di cominciare a sciogliere i numerosi nodi di questa vicenda – prosegue Fabbris –  e di considerare che questo territorio è popolato di persone e attività. Ora serve una posta di bilancio per venire incontro a famiglie e aziende colpite dalle alluvioni e che ora, in molti casi, possono solo rivolgersi agli usurai.

Nel tempo,  la situazione si è aggravata con briciole, su cui qualcuno ama fare passerelle. E’ solo fumo negli occhi. I soldi che ci sono arrivati, sono giunti grazie ai tre scioperi della fame che abbiamo fatto e alla manifestazione con i sindaci. A un anno dall’alluvione dell’11 marzo, mentre altri festeggiavano con le bandierine gialle sulla 106, noi abbiamo occupato l’ufficio dell’assessore regionale all’agricoltura: e così è arrivato il provvedimento di un milione di euro  per gli agricoltori per prevenire  il fenomeno dell’usura nel territorio. Una parte di quella somma è stata gestita grazie al rapporto con la Fondazione antiusura mons. Cavalla che ci ha consentito in 15 giorni di distribuire il denaro.

Folta la delegazione istituzionale con i sindaci di Pisticci, Montalbano, Craco, Tursi, Scanzano e l’assessore  comunale di Ginosa, Galante. Insieme a loro, i padroni di casa: il sindaco di Matera Salvatore Adduce e il presidente della Provincia Franco Stella.

«Credo sia indispensabile avere un grado di attenzione molto più alto di quanto dimostrato dalla comunità – ha spiegato Adduce – fa bene il comitato a richiamare la nostra attenzione sul caso Basilicata. Naturalmente il nostro impegno sarà massimo – ha aggiunto – ma devo dare atto all’intera comunità di aver accolto questa iniziativa, presente da diversi giorni, con la civiltà della nostra città. Questo dramma si sta prolungando oltre modo, in tempi troppo lunghi».

Infine l’appello ai colleghi amministratori pubblici: «Nelle prossime ore dovremo esercitare meglio le nostre funzioni nei confronti del Governo e della Regione, con  una spinta significativa e pretendere un segnale concreto».

Il sindaco di Montalbano, Castelluccio, ha innanzitutto sottolineato positivamente la decisione di interrompere il digiuno: «Nel 2011 incontrammo Cosimo Latronico e anche in quel caso la Regione non si metteva d’accordo col Governo, ma alla fine riuscimmo ad avere i 7,5 milioni che non sono stati ancora spesi. Se è pur vero che sono stati fatti interventi sul Bradano, sull’Agri costantemente alluvionato non è stato fatto ancora nulla. I percorsi di Regione e Governo li conosciamo; per superarli bisogna ragionare sulle macrocriticità.  

Non possiamo accontentarci delle royalties.  Serve un raccordo fra parlamentari lucani, regione, sindaci – ha concluso, minacciando di chiudere i pozzi petroliferi in mancanza di risposte.

Il sindaco Di Trani ha aggiunto: «La politica deve prendere questo problema e farlo proprio, portandolo avanti.  Spero che la nuova giunta regionale possa far rispettare di più la Basilicata. Vogliamo risolvere le vicende nella legalità, ma non possiamo essere calpestati ancora». Poi Di Trani prosegue: «Dal Comune di Pisticci 750 mila euro sono stati destinati per il rifacimento delle strade interpoderali. La Provincia ha messo a disposizione ulteriori fondi per mettere in sicurezza strade colpite dall’alluvione”.

L’assessore Galante del Comune di Ginosa: «Il comitato è una forza in più per tutte le amministrazioni. Alcuni dei problemi che abbiamo risolto, li dobbiamo anche al loro impegno».

IL presidente della Provincia Franco Stella: «L’azione successiva è autoconvocarci alla Provincia fino a che non otterremo tutto ciò che ci è stato promesso. Le azioni sporadiche non servono più.  Bisogna  fare massa critica insieme. Non possiamo subire più ulteriori  ritardi. Quello che la Provincia ha fatto, lo ha fatto con le proprie forze».

«E’ necessario che si mettano in campo stanziamenti e strumenti per venire incontro (almeno per la parte d’emergenza) alla drammatica situazione delle attività economiche e delle famiglie». Lo chiedono infine Giovanni Tancredi e Pino Giordano, segretari dell’Ugl di Basilicata.

«A Pittella ribadiremo fortemente che sul territorio ora è prioritario non abbassare la guardia».

a.ciervo@luedi.it

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