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POTENZA – Ci sono anche il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il vicepresidente della commissione vigilanza Rai Salvatore Margiotta e il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza (tutti e tre esponenti del Pd) tra i testi vip del processo Toghe lucane bis.

E’ entrato nel vivo venerdì mattina a Catanzaro il dibattimento sul presunto complotto ai danni del pm Henry John Woodcock, e il corvo del Palazzo di giustizia di Potenza.

In aula erano presenti i primi testimoni della lista del pm, ma la loro audizione è slittata in attesa del deposito della perizia sulle intercettazioni disposta dal collegio.

Se ne riparlerà il 24 ottobre, quando dovrebbero comparire i primi tra gli investigatori che si sono occupati del caso. Poi verrà il turno di politici e giornalisti come Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto?, e Michele Santoro, anchorman di Annozero.

Tra i nomi delle persone informate sui fatti che l’accusa ha chiesto di sentire non mancano magistrati come lo stesso Henry John Woodcock, ed ex colleghi potentini del pm anglonapoletano. In particolare: Vincenzo Montemurro, oggi in servizio all’antimafia di Salerno; Francesco Basentini, della Dda lucana; Anna Gloria Piccininni; Giancarlo Grippo, procuratore generale del Tribunale di Vallo della Lucania; Mariangela Magariello, in servizio nella Procura di Torre Annunziata; l’ex procuratore Giuseppe Galante; e Felicia Genovese, che comparirà col marito consigliere comunale ed ex direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, Michele Cannizzaro.

Tra i giudicanti, invece, dovranno sfilare a Catanzaro: Ettore Nesti, Alfredo Notari, Lucio Setola e Alberto Iannuzzi.

Ma non manca nemmeno un collaboratore di giustizia come Antonio Cossidente, l’ex boss dei basilischi al centro di processi scottanti come quello sui rapporti tra mala e politica in Basilicata e il duplice omicidio Gianfredi. Più il fondatore della “quinta mafia” Gino Cosentino, ex pentito arrestato a febbraio proprio come mandante dell’agguato di Parco Aurora: un mistero che a distanza di 17 anni non ha ancora trovato una verità processuale.

Per sentire tutti, una quarantina inclusi diversi esponenti delle forze dell’ordine tra cui l’ex vicecomandante generale dell’Arma Massimo Cetola e l’ex questore di Potenza Vincenzo Mauro, serviranno almeno una decina di udienze. Senza contare i testi indicati dalle difese, tra i quali spicca il giornalista Michele Santoro.

I reati contestati agli 11 imputati, tra cui l’ex sostituto procuratore generale di Potenza Gaetano Bonomi e l’ex agente dei servizi segreti Nicola Cervone, vanno dall’associazione per delinquere alla violazione della legge sulle società segrete, passando per la corruzione e la rivelazione di segreto d’ufficio.

L’inchiesta è iniziata dopo un esposto a firma “signor Sicofante” che calunniava Woodcock per accreditare l’ipotesi che fosse lui l’autore di una clamorosa fuga di notizie, nel 2008, dall’inchiesta sugli appalti e le mazzette per alcuni amministratori compiacenti dietro il programma di estrazioni di petrolio della Total nella Valle del Sauro. 

l.amato@luedi.it

 

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