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COSENZA – E’ stata eseguita un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, per l’esecuzione di 19 provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Perna, accusati di avere gestito un vasto traffico di stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire le “piazze” cosentine e del suo hinterland.

Tra i fermati c’è anche Marco Perna, di 41 anni, figlio del capo della cosca Franco, attualmente detenuto.

IL VIDEO: GLI ARRESTATI ESCONO DALLA CASERMA

Dalle indagini è emerso il ruolo di leader che era stato assunto nel gruppo criminale da Marco Perna, che aveva di fatto assunto la guida della cosca dopo l’arresto del padre.

Per imporre il loro potere sul territorio, gli uomini della cosca, secondo quanto riferito dai carabinieri, disponevano di armi, in parte sequestrate (quattro pistole ed un fucile), e si avvalevano di modalità tipicamente mafiose specificamente contestate nel provvedimento di cattura. 

IL VIDEO: IL COMMENTO DEL PROCURATORE AGGIUNTO BOMBARDIERI

La cosca poteva contare secondo le indagini anche sulla disponibilità di un deposito di armi e droga. Il deposito è stato scoperto dai militari nel corso delle indagini: vi erano custoditi, tra l’altro, 110 chilogrammi di hashish e marijuana e due revolver di grosso
calibro.

L’attività di monitoraggio e controllo dei principali indagati da parte dei carabinieri ha riguardato un periodo di circa un anno, a partire dal mese di settembre del 2014. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni e condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza in collaborazione con i militari della compagnia. 

«La giustizia per essere credibile deve essere efficace e dare subito risposte» ha commentato il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Antonino Lombardo facendo anche riferimento al fatto che Marco Perna avrebbe ipotizzato un suo trasferimento in Brasile per inserirsi in un traffico più ampio di stupefacenti e questa possibilità «per noi costituisce un pericolo di fuga», ha spiegato il magistrato.

Da qui l’emissione dei fermi eseguiti oggi nell’operazione “Apocalisse”. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno trovato riscontro in intercettazioni e pedinamenti dei carabinieri e l’attività investigativa ha accertato l’esistenza di un gruppo dedito allo spaccio di droga. Il canale di approvvigionamento era calabrese e romano per le sostanze leggere mentre la cocaina veniva rifornita dal gruppo cosentino degli Zingari, in particolare da Abbruzzese noti con il soprannome di ”Banana”.

I dettagli dell’operazione sono stati forniti in una conferenza stampa alla quale ha partecipato il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, l’attività è stata seguita dal pm Pierpaolo Bruni. E’ stato spiegato che l’organizzazione proponeva a chi aveva debiti per droga di rivolgersi a una finanziaria e saldare i conti. Sono stati sequestrati pizzini con una contabilità precisa dei soggetti ai quali veniva data la droga in conto vendita. Alcuni spacciatori erano stipendiati mensilmente dal gruppo criminale.

Oltre ai 19 fermi ci sono anche 31 indagati. In riscontro alle indagini, lo scorso mese di gennaio sono stati sequestrati 110 kg di hashish e marijuana.

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