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REGGIO CALABRIA – Sbarcano oltre 1.300 immigrati a Reggio Calabria e sono dei sopravvissuti. Sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia, dove, poco più a sud, un altro barcone era appena andato a fondo causando la morte di almeno 20 persone, in uno scenario che potrebbe diventare ancora più tragico perché i dispersi sono oltre 170. E poche ore prima che la nave della Marina Militare “Fasan” approdasse in Calabria, con il suo carico di superstiti, altri 18 sono morti al largo di Lampedusa perché il gommone sul quale viaggiavano è affondato.

Anche i migranti arrivati a Reggio hanno visto la morte in faccia. E uno di loro, infatti, non ce l’ha fatta. Era un eritreo, connazionale di molte delle vittime del naufragio avvenuto in Libia. Secondo quanto si è accertato dal racconto del comandante della nave, capitano di fregata Marco Bagni, è stato uno scafista a provocare la morte: l’immigrato è stato colpito con una spranga alla testa durante il trasbordo davanti la coste di Tripoli. L’uomo ha perso i sensi ed è morto poi durante il viaggio. 

OTTOMILA SBARCATI IN DUE MESI – La “Fasan” è approdata nella prima mattina. Il gruppo di immigrati a bordo è composto da 1.014 uomini, 200 donne e 159 minori. Con questo nuovo maxi-sbarco, sale a quasi ottomila il numero di immigrati transitati dalla città negli ultimi due mesi. Da quando, cioè, le condizioni meteo del Mediterraneo hanno incentivato i viaggi dalle coste africane o mediorientali verso l’Italia e il bilancio dell’operazione Mare Nostrum ha inziato a registrare numeri da capogiro. L’ultimo sbarco a Reggio Calabria risale appena a Ferragosto, quando furono 221 i migranti approdati al porto di Reggio soccorsi dalla Marina Militare in acque internazionali a bordo di un gommone. Mentre quello col maggior numero di immigrati resta lo sbarco dell’11 agosto: a toccare il suolo dopo giorni di navigazione, trasportati dalla nave militare San Giusto, furono 1700 disperati.

IL TRASFERIMENTO VERSO ALTRE LOCALITA’ – Anche per ques’ultima chiamata umanitaria, la macchina degli aiuti è in moto già da ieri pomeriggio, quando è stata tempestivamente convocata in Prefettura una riunione operativa per il coordinamento delle attività di primo soccorso e assistenza. All’incontro presso i locali dell’Ufficio territoriale del governo hanno partecipato i rappresentanti del Comune, della Provincia, delle forze di polizia, della Capitaneria di Porto, dei vigili del fuoco, della Direzione marittima della Calabria e della Basilicata, del Suem 118, della Protezione civile regionale, dell’Azienda sanitaria provinciale, dell’Azienda ospedaliera, delle associazioni di volontariato e della Croce Rossa.

Il ministero dell’Interno ha predisposto il piano di riparto con destinazione in diverse regioni del Paese, presso le quali 1173 migranti verranno trasferiti dopo le operazioni di sbarco, accompagnati dalle forze dell’ordine.

Il resto dei migranti, circa 200, saranno ospitati presso le due strutture messe a disposizione dal Comune di Reggio, che assicura anche la somministrazione dei pasti e garantisce le misure di prima assistenza, con la collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio, che peraltro avevano già assicurato ampia collaborazione in occasione dei precedenti sbarchi, che hanno interessato le coste reggine.

 

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