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«Nel comprendere lo sfogo, in parte condivisibile, del consigliere che parla giustamente del Ponte Musmeci come dell’ingresso principale della città capoluogo, ritengo doveroso evidenziare che nelle more dell’attivazione di un tavolo tecnico-amministrativo tra Consorzio, Comune di Potenza e Regione Basilicata, il Consorzio si sta attivando per poter assolvere a tutte le necessarie priorità, compresa quella dell’allaccio dell’energia elettrica per il ponte Musmeci».  

Antonio Bochicchio, amministratore unico dell’ASI, torna sulla questione sollevata dal consigliere comunale Alessandro Galella (Fratelli d’Italia): tutelare l’opera più importante del capoluogo è una priorità. Ma è necessario anche chiudere il percorso del passaggio di proprietà del viadotto progettato da Sergio Musmeci. 

Galella aveva fatto appello alle istituzioni locali per risolvere il problema dell’illuminazione del monumento: mancano 5 mila 400 euro per poter pagare le bollette arretrate e accendere l’impianto realizzato sul monumento.

«Proprio nei giorni scorsi – scrive Bochicchio – il Consorzio ha accettato il preventivo della società HERA COMM srl per un importo di circa 3 mila euro. Attualmente si sono avviate tutte le procedure di accettazione affinché la faccenda possa risolversi nel più breve tempo possibile». 

«Occorre tuttavia sottolineare – continua Bochicchio – che molte cose sono cambiate dai tempi in cui l’opera fu realizzata. Il ponte sul Basento progettato da Sergio Musmeci nella seconda metà degli anni ’60 rappresentò per la Basilicata dell’epoca – e rappresenta ancora oggi – un’opera di grande innovazione estetica, la cui realizzazione fu fortemente voluta, senza non pochi ostacoli, dall’allora presidente del Consorzio Industriale comm. Gino Viggiani».

In un contesto urbano in rapida evoluzione, Viggiani comprese subito l’importanza di dotare la città di un ponte che superasse il Basento e la linea ferroviaria, mettendo in collegamento diretto la città con l’area industriale.

«Oggi quel contesto si è radicalmente modificato, incluso la destinazione d’uso di alcune aree. Per cui – conclude Bochicchio – ritengo legittimo che il ponte, oggi al servizio della intera comunità e non più solo di una parte di essa, debba diventare di proprietà del Comune, che saprà senza dubbio valorizzarlo, come merita, e come è giusto che sia».

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