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COSENZA – Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica chiedendo di indagare su alcuni fatti specifici relativi al Consorzio AutolineeDue Scarl. La denuncia, è scritto in un comunicato, fa seguito al sequestro amministrativo di tre mezzi dell’Amaco della Circolare veloce rossa Cosenza – Rende – Unical da parte della Polizia stradale e della Polizia municipale di Rende, avvenuto ieri per presunte irregolarità riscontrate nella documentazione durante un controllo e scattato, è scritto nella nota, «probabilmente come conseguenza degli esposti del presidente del Consorzio, Carlomagno».

Al riguardo l’Amaco «ha richiesto un foglio di via alla motorizzazione civile che consentirà di transitare dal Comune di Cosenza a quello di Rende evitando di incorrere in questo tipo di sanzioni eccessivamente zelanti e nella fattispecie paradossali». Nella sua denuncia, Occhiuto, è scritto nella nota, «ricorda innanzitutto il principio costituzionale della sussidiarietà verticale, ovvero che delle esigenze peculiari di una certa comunità, in tal caso le esigenze sui trasporti, si interessi prima di tutto l’ente ad essa più vicino. E dunque, in tal caso, il Comune. Ancora, Occhiuto ricorda i principi di legislazione nazionale e in particolare la Riforma Delrio nella quale rientra la Pianificazione del trasporto in ambito provinciale, con l’associazionismo comunale mediante il sistema della convenzione.

«L’Amaco – ha sostenuto Occhiuto – è un’azienda pubblica e come tale svolge un servizio pubblico che noi amministratori abbiamo l’obbligo di offrire ai cittadini per soddisfare il diritto a muoversi liberamente. E’ paradossale che questo diritto possa essere inficiato da un’azienda privata che da ben 40 anni è concessionaria di un servizio affidato senza nessuna gara dalla Regione, in contrasto con il principio della libera concorrenza che infrange tutte le leggi della Comunità europea (ragion per cui sono in corso delle sanzioni comunitarie). Come Amministrazione comunale, insieme al Comune di Rende, ci interessa invece fare gli interessi dei cittadini e non dei privati, oltre che ridurre l’inquinamento provocato dall’uso spropositato delle autovetture, causa principale di malattie. Non si capisce quindi come mai, attraverso atteggiamenti che fanno pensare a collusioni e intimidazioni, alcuni organi che dovrebbero svolgere un lavoro al servizio degli enti locali e dello Stato, favoriscano indirettamente un privato, bloccando un diritto della comunità. Adesso mi aspetto che la Regione Calabria non se ne lavi più le mani, non prestandosi come al solito a tutelare gli interessi di pochi a scapito dei diritti dei cittadini, con un atteggiamento che sembra essere sempre più rispondente agli interessi delle lobby».

«Dal momento che questo genere di servizio integrato è attivo pure fra Cosenza e Castrolibero, perché – domanda il sindaco Occhiuto alla magistratura – i controlli posti in atto mercoledì, fra l’altro alla presenza di un accordo fra Comuni, non sono mai stati fatti prima d’ora? Perché la Polizia municipale di Rende solo oggi intende sanzionare una irregolarità meramente formale della carta di circolazione dei bus Amaco (meramente formale poiché a corredo della stessa è comunque presente l’Intesa tra i due Comuni, nonché la legge Regionale 23/99 che consente tale intesa) quando ha tollerato per una pluralità di decenni che i bus Amaco entrassero nel territorio rendese, per giunta senza alcuna convenzione formale tra i due comuni?»

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