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POTENZA – Si sono radunati in 300 (200/250 secondo la Questura): una quarantina di “gemellati” dall’Abruzzo e il resto da Potenza, Brindisi e diversi paesi della Basilicata. Per dire “no” al petrolio, e “no” al programma di esplorazioni della Rockhopper alle porte del capoluogo. Senza se e senza ma.
E’ stata una giornata di protesta civile quella organizzata ieri mattina dai No Triv di Brindisi e Potenza. Prima ai cancelli del vecchio pozzo nella foresta della Grancia. Poi a Pallareta per un un picnic sociale.
Alla manifestazione hanno aderito oltre una quarantina di sigle, incluse Libera, Wwf e l’Ordine degli architetti della provincia di Potenza.
Tra gli animatori del movimento c’è Davide Lapenna, avvocato trentenne potentino, che si è detto soddisfatto della partecipazione.
«E’ stata l’occasione – spiega – per ribadire il nostro no assoluto alle estrazioni. Montegrosso è solo l’ultimo motivo in ordine di tempo della mobilitazione, per evitare che si compia un ulteriore scempio. Ma noi restiamo all’opposizione anche dei progetti già autorizzati: i 154mila barili che saranno a breve e gli 80mila già in produzione. Non si può pensare che dobbiamo rassegnarci a questo giogo solo perché la sanità e l’università vivono di questi soldi».
La stoccata è rivolta a chi, come il capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Potenza, Giampiero Iudicello, era alla manifestazione. Ma non ha sottoscritto il documento con le ragioni alla base della protesta.
«E’ venuto ma non ha preso la parola, e quando abbiamo visto che rilasciava interviste gli abbiamo espresso il nostro disappunto. Perché non conosciamo nemmeno quale sia la sua posizione, ai nostri incontri non è mai venuto». Aggiunge Lapenna, che tiene a prendere le distanze anche dall’altra manifestazione organizzata martedì scorso da “Terra mia” e dagli studenti potentini del Coordinamento 8 Novembre.
«Loro non sono ambientalisti. Non è assolutamente ambientalista chi dice sì al petrolio a determinate condizioni. E’ una posizione inaccettabile. Non c’è una discussione interna al movimento, sono due cose distinte e separata. La nostra manifestazione qui era fissata già da mesi, poi c’è chi ha posizioni politiche differenti e rivendica spazi di autonomia, ma noi con queste persone non stiamo neanche a discutere».
L’unica apertura a un possibile dialogo Lapenna la fa ai 5 Stelle. Ieri davanti ai cancelli di Montegrosso c’era anche il consigliere regionale Gianni Perrino.
«Saranno stati una decina, e nemmeno loro hanno preso la parola, ma da quello che dichiarano in teoria potremmo confrontarci sulla nostra piattaforma».
Il sito di Montegrosso rientra nel territorio del permesso di esplorazione del sottosuolo denominato “Serra San Bernardo”. L’anno scorso è stato acquisito dalla multinazionale inglese Rockhopper, che ha iniziato la preparazione dell’area, in vista di un nuovo programma di trivellazioni che dovrebbe partire nel 2016.
L’obiettivo della compagnia è raggiungere il giacimento sottostante, stimato in 200milioni di barili. Quindi molto più piccolo di quello della Val d’Agri, ma comunque appetibile da un punto di vista finanziario.

l.amato@luedi.it

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