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Il compleanno 
 Trent’anni di Unibas tra bilancio del passato e opportunità future : «Tanti ostacoli ma anche buoni risultati»
 «Salvi grazie alla Regione»
 Il rettore Fiorentino: «Paese sordo ai piccoli  atenei»De Filippo: «Orgogliosi della storia dell’Accademia»
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA –  Piccolo e relativamente giovane, ma con grande ambizioni,  che da una parte può contare sull’aiuto “straordinario” della Regione Basilicata, ma che dall’altro deve fare i conti con un Paese da troppo tempo «sordo» rispetto alle esigenze delle Accademie italiane. E’ questo il quadro tracciato dal rettore  dell’Università di Basilicata, Mauro Fiorentino, nel corso della cerimonia solenne di inaugurazione del nuovo anno accademico. Un momento “speciale” per l’ateneo lucano che festeggia i suoi primi trent’anni di vita. Alla presenza delle massime cariche istituzionali della regione, del ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca e del premio Nobel per la Pace, Betty Williams, Fiorentino ha denunciato le colpe di una politica centrale che, davanti all’esigenza di risparmiare, ha messo in campo un mix di elementi molto pericoloso per la sopravvivenza dei piccoli atenei: blocco delle assunzioni nelle università dove le spese fisse superano i trasferimenti statali oltre una determinata soglia, riduzione dei finanziamenti, limitazioni sul turn over e blocco dei concorsi per nuovi posti da professore e ai corsi di studio senza un numero sufficiente di docenti e ricercatori. «E’ lecito paventare – ha detto il rettore – il tentativo di cancellare e accorpare alcune sedi dalle dimensioni più piccole come pure si è fatto con altre amministrazioni». Dito puntato contro  la mancanza di «un esplicito disegno politico italiano sulle single università» e contro un’autonomia   che rischia di lasciare troppo soli i più deboli. Ed è qui che s’inserisce l’importanza della relazione forte che l’Unibas ha costruito con la Regione Basilicata, con quel trasferimento da 10 milioni di euro all’anno (royalty del petrolio) fino al 2024, come previsto dall’accordo di programma dell’agosto 2011. Fiorentino lo ha ribadito più volte: «Si tratta di una scelta che non ha troppi precedenti e lungimirante». Un aiuto senza il quale l’ateneo non sarebbe in grado di camminare sulle proprie gambe. A parlare sono i numeri: dal  2008 al 2012 il fondo ordinario dello Stato all’Unibas è sceso da circa 36 a 32 milioni di euro. Solo i trasferimenti della Regione hanno consentito di sostituire 51 docenti cessati dal 2008 con 40 nuovi assunti. Così come non sarebbe stato possibile tenere in vita tre cicli di studi quinquennali a causa dei tagli alla ricerca e ai servizi agli studenti. Ma ci sono anche i risultati, quelli raggiunti nonostante tutto,  che il rettore ha ricordato nella sua relazione, aperta con un omaggio al suo predecessore prematuramente scomparso, Mario Tamburro, e con la lettura del messaggio inviato dal Capo dello Stato, Giorgio Napoletano. Tra questi: l’aumentata attrattività per gli studenti non lucani, la digitalizzazione delle strutture e i nuovi servizi offerti, il consolidamento dei processi di internazionalizzazione e della didattica, a cui si aggiunge l’apertura della Casa dello studente a Potenza e l’avvio dei lavori per il Campus di Matera.
Poi la parola è passata al presidente della Regione, Vito De Filippo che porgendo il proprio augurio all’Ateneo ha auspicata il raggiungimento di «successi planetari». Il governatore lucano ha ribadito: «Siamo orgogliosi del nostro ateneo. Non sempre le storie lunghe sono le più belle, come spesso ci insegna la vita in tutti i campi». De Filippo è voluto tornare sulle contestazioni da parte di alcuni studenti che in qualche modo avevano mortificato i lavori della cerimonia dell’anno precedente. «Quest’anno siamo  contenti di aver avuto la vostra sufficienza», ha detto rivolgendosi agli studenti. I lavori della celebrazione, aperti dai saluti degli studenti e del personale tecnico amministrativo, e dall’intervento del direttore generale Lorenzo Bochiccio, sono stati chiusi dalla prolusione affidata quest’anno –  «nello spirito di liberare le energie dalle gerarchie e dai pregiudizi generazionali  in un momento di profonda crisi come questo», ha precisato Fiorentino  – alla giovane ricercatrice, giunta di recente all’ateneo lucano,  Eleonora Pierucci che ha tenuto una lezione su “Il capitale sociale come bene pubblico: il ruolo delle istituzioni per la crescita economica”. Alla fine della cerimonia è il conferimento della medaglia celebrativa, già donata a De Filippo, al senatore a vita, Emilio Colombo.
m.labanca@luedi.it
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POTENZA – Piccolo e relativamente giovane, ma con grande ambizioni,  che da una parte può contare sull’aiuto “straordinario” della Regione Basilicata, ma che dall’altro deve fare i conti con un Paese da troppo tempo «sordo» rispetto alle esigenze delle Accademie italiane. E’ questo il quadro tracciato dal rettore  dell’Università di Basilicata, Mauro Fiorentino, nel corso della cerimonia solenne di inaugurazione del nuovo anno accademico. Un momento “speciale” per l’ateneo lucano che festeggia i suoi primi trent’anni di vita. Alla presenza delle massime cariche istituzionali della regione, del ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca e del premio Nobel per la Pace, Betty Williams, Fiorentino ha denunciato le colpe di una politica centrale che, davanti all’esigenza di risparmiare, ha messo in campo un mix di elementi molto pericoloso per la sopravvivenza dei piccoli atenei: blocco delle assunzioni nelle università dove le spese fisse superano i trasferimenti statali oltre una determinata soglia, riduzione dei finanziamenti, limitazioni sul turn over e blocco dei concorsi per nuovi posti da professore e ai corsi di studio senza un numero sufficiente di docenti e ricercatori. «E’ lecito paventare – ha detto il rettore – il tentativo di cancellare e accorpare alcune sedi dalle dimensioni più piccole come pure si è fatto con altre amministrazioni». Dito puntato contro  la mancanza di «un esplicito disegno politico italiano sulle single università» e contro un’autonomia   che rischia di lasciare troppo soli i più deboli. Ed è qui che s’inserisce l’importanza della relazione forte che l’Unibas ha costruito con la Regione Basilicata, con quel trasferimento da 10 milioni di euro all’anno (royalty del petrolio) fino al 2024, come previsto dall’accordo di programma dell’agosto 2011. Fiorentino lo ha ribadito più volte: «Si tratta di una scelta che non ha troppi precedenti e lungimirante». Un aiuto senza il quale l’ateneo non sarebbe in grado di camminare sulle proprie gambe. A parlare sono i numeri: dal  2008 al 2012 il fondo ordinario dello Stato all’Unibas è sceso da circa 36 a 32 milioni di euro. Solo i trasferimenti della Regione hanno consentito di sostituire 51 docenti cessati dal 2008 con 40 nuovi assunti. Così come non sarebbe stato possibile tenere in vita tre cicli di studi quinquennali a causa dei tagli alla ricerca e ai servizi agli studenti. Ma ci sono anche i risultati, quelli raggiunti nonostante tutto,  che il rettore ha ricordato nella sua relazione, aperta con un omaggio al suo predecessore prematuramente scomparso, Mario Tamburro, e con la lettura del messaggio inviato dal Capo dello Stato, Giorgio Napoletano. Tra questi: l’aumentata attrattività per gli studenti non lucani, la digitalizzazione delle strutture e i nuovi servizi offerti, il consolidamento dei processi di internazionalizzazione e della didattica, a cui si aggiunge l’apertura della Casa dello studente a Potenza e l’avvio dei lavori per il Campus di Matera.Poi la parola è passata al presidente della Regione, Vito De Filippo che porgendo il proprio augurio all’Ateneo ha auspicata il raggiungimento di «successi planetari». Il governatore lucano ha ribadito: «Siamo orgogliosi del nostro ateneo. Non sempre le storie lunghe sono le più belle, come spesso ci insegna la vita in tutti i campi». De Filippo è voluto tornare sulle contestazioni da parte di alcuni studenti che in qualche modo avevano mortificato i lavori della cerimonia dell’anno precedente. «Quest’anno siamo  contenti di aver avuto la vostra sufficienza», ha detto rivolgendosi agli studenti. I lavori della celebrazione, aperti dai saluti degli studenti e del personale tecnico amministrativo, e dall’intervento del direttore generale Lorenzo Bochiccio, sono stati chiusi dalla prolusione affidata quest’anno –  «nello spirito di liberare le energie dalle gerarchie e dai pregiudizi generazionali  in un momento di profonda crisi come questo», ha precisato Fiorentino  – alla giovane ricercatrice, giunta di recente all’ateneo lucano,  Eleonora Pierucci che ha tenuto una lezione su “Il capitale sociale come bene pubblico: il ruolo delle istituzioni per la crescita economica”. Alla fine della cerimonia è il conferimento della medaglia celebrativa, già donata a De Filippo, al senatore a vita, Emilio Colombo. 

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