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POTENZA – «E’ che se ti chiedono aiuto per la festa patronale non ci pensi molto, lo fai di getto, dicendoti che lo fai per tutti». Poi però capita di guardare bene quella ricevuta consegnata in cambio dell’offerta, o di osservare con attenzione il ragazzo che si era presentato come un volontario. Qualcosa non torna. Un paio di verifiche. Qualche telefonata. «E ci resti male. Non è giusto, non sulla città». 

Non è l’unica vittima di quella che i Portatori del Santo hanno definito una vera e propria truffa. Stefania Campagna, però, è la cittadina che ha avviato il meccanismo di denuncia pubblica, mettendo tutti in condizione di scoprire l’accaduto e forse di mettere in guardia anche altri cittadini. Se capitasse ancora di ricevere richieste di contributi per la Parata dei Turchi a nome dei Portatori del Santo, l’invito è a non dare denaro: nessuno è stato autorizzato a fare richiesta. 

Stefania lavora in Prefettura, a piazza Mario Pagano. Ieri mattina, aveva notato quel ragazzo nel corridoio, «alto, capelli un po’ lunghi, sulla trentina credo», racconta. E’ entrato nella sua stanza, «aveva dei fogli e un blocchetto di ricevute. Ha chiesto un contributo per la parata, facendo il nome del presidente dell’associazione Portatori del Santo e di altri iscritti. Ha spiegato che il Comune  non ha molti soldi, non aiuta per la festa: per questo serve il sostegno popolare». Stefania ha dato pochi euro, quelli che aveva sul tavolo, ha preso la ricevuta e poi ha provato ad avviare una normale conversazione, spiegando di conoscere a sua volta diversi ragazzi dell’associazione. «Solo a questo punto ho notato che il ragazzo si è irrigidito, si è fatto frettoloso ed è andato via». 

Così Stefania si è fatta sospettosa, ha chiesto ai colleghi, ha capito che anche altri avevano fatto un’offerta. In cambio avevano ricevuto la brochure della Parata, di quelle però stampate in migliaia di copie dal Comune, praticamente reperibili ovunque in città. Ha subito contattato alcuni amici che sono nell’associazione dei Portatori del Santo. I Portatori, tra l’altro, non organizzano la Parata dei Turchi, che è sotto la cura dell’amministrazione. L’occhio di Stefania è saltato sulla ricevuta: la scritta “Euro” è fatta a mano, copre la vecchia dicitura “Lire”. L’intestazione è quella della Curia arcivescovile. Che spiega – appena si diffonde la denuncia, con decine di condivisioni della fotografia su Facebook – di essere del tutto estranea alla vicenda.

«Nè la Curia arcivescovile, né la parrocchia di San Gerardo hanno autorizzato raccolte fondi per la festa del patrono», spiega una nota ufficiale che invita i fedeli a segnalare casi simili alle autorità. Quella ricevuta è molto datata, probabilmente è stata strappata da un blocchetto originale, ma molto vecchio, sicuramente antecedente al 2001 (quando ancora c’era la Lira). Chissà dove è stato recuperato. 

Nel frattempo in città si è fatta avanti parecchia preoccupazione. I Portatori hanno subito fatto ulteriori verifiche scoprendo che purtroppo quella richiesta di denaro era stata fatta anche in alcuni esercizi commerciali. Dall’associazione rinnovano l’invito a segnalare casi simili, riservandosi anche l’opzione di ricorrere a vie legali. «Ma adesso ci preme soprattutto – dice il presidente Alessandro Galella – far capire quanto questa vicenda ci abbia fatto male. Sono tempi difficili, di crisi economica e disagio. Questa è la festa della città, un momento di tutti, in cui si lavora in tanti, da volontari. Operazioni di sciacallaggio come questa, truffe simili, fanno un danno alla nostra associazione, certo. Ma fanno danno a tutta la città».

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