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VIBO VALENTIA – “Abbiamo perso un altro paziente”, oppure “Mannaia, ci stanno morendo tutti i pazienti”. Sarebbero state queste le frasi più ricorrenti intercettate fra le due donne arrestate nell’operazione “Pharma bluff” ogni volta che un paziente veniva meno e non era quindi più possibile prescrivergli i farmaci (LEGGI L’ARTICOLO SULL’OPERAZIONE).
Giuseppa Scinica, collaboratrice dello studio di Francesco D’Agostino (anche lui ai “domiciliari”) e la farmacista Carmen Ferraro, dipendente della farmacia del sindaco di Joppolo Giuseppe Dato (pure lui ai “domiciliari”) secondo il gip discorrono nelle intercettazioni delle morti dei pazienti “con risate e toni scherzosi” e le conversazioni dimostrano per il giudice “un cinismo comune alle due donne” dove la “preoccupazione della Scinica sul fatto che stiano morendo tutti i pazienti appare giustificabile solo nella cinica ottica del venir meno della materia prima per porre in essere la condotta delittuosa, atteso che al dottore D’Agostino, e men che meno alla sua dipendente, nessuna significativa decurtazione negli emolumenti potrebbe derivare – sottolinea il gip – dalla morte di un numero esiguo di pazienti rispetto ai 1.500 gli assistiti, il massimo consentito”.
Il sindaco e farmacista Giuseppe Dato sarebbe stato inoltre filmato lo scorso anno mentre “trasporta fuori dalla farmacia le scatole di farmaci private del contenuto” con un successivo “illecito e pericoloso – scrive il gip – abbandono da parte di Dato” (GUARDA IL VIDEO DELLA TRUFFA).

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