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GIOIA TAURO – Quella effettuata questa mattina, con l’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare, è la prosecuzione del filone d’indagine nato dall’operazione “Dejà Vu”, che l’8 maggio scorso aveva portato all’arresto di otto persone accusate di aver messo in piedi un sofisticato meccanismo per frodare varie aziende locali e nazionali. L’elemento nuovo che sarebbe emerso dal nuovo filone investigativo è che le truffe venivano effettuate con il benestare delle più potenti ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro, Piromalli, Pesce e Bellocco, stando a quanto raccontato dal collaboratore di giustizia, Antonio Russo, il nuovo pentito che con le sue dichiarazioni sta facendo tremare le cosche attive sul territorio. I destinatari dei provvedimenti di misura cautelare sono Giuseppe Bono, 41enne di Gioia Tauro, Michele Caccamo, 54enne nato a Taurianova, Pasquale Labate, di 29 anni e Pino Priolo, 58enne di Gioia Tauro. 

Il meccanismo con cui veniva effettuate le truffe sarebbero stato ben oleato e funzionale. Il tutto, secondo gli inquirenti, era basato sulla comunicazione di false polizze fidejussorie attraverso le quali venivano raggirati i malcapitati fornitori di diversi tipi di merce. Sul documento falsificato inviato alle ditte venditrici veniva inserito un numero telefonico intestato ad un soggetto inesistente al quale rispondeva uno degli arrestati. Questi, spacciandosi per un funzionario di due filiali di alcune banche, confermava le modalità di assicurazione dei pagamenti che puntualmente non avvenivano. Grazie a questo meccanismo sarebbero state acquistate macchine per gelati, carrelli elevatori, vini e marmi pregiati. Merce che poi veniva collocata sul mercato nero a prezzi ultra competitivi. 
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