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VIBO VALENTIA – Ci sono medici ed avvocati tra le 68 persone destinatarie dell’avviso di conclusione delle indagini notificato in questi giorni dal personale della Polizia giudiziaria della Procura di Vibo (LEGGI I NOMI)

Un’inchiesta, coordinata dall’allora pm Santi Cutroneo e condotta dall’ex comandante della Stazione carabinieri di Vibo, Nazzareno Lopreiato che ha consentito di far venire alla luce un’associazione a delinquere dedita ad organizzare truffe ai danni delle assicurazioni mettendo in piedi falsi incidenti stradali.

L’indagine, denominata “Dirty Business” (“Affari sporchi”) è nata nel 2011 a seguito di una denuncia presentata proprio da una compagnia assicurativa che lamentava delle anomalie nella presentazione di documentazione medica da parte di persone vittime di un sinistro stradale e relativa richiesta di risarcimento. Episodi diversi che avevano indotto la società addirittura a fare ricorso da un’agenzia di investigazioni private che aveva portato alla luce come molti clienti non avessero mai fatto ricorso ad alcuna cura.

Le modalità erano varie a seconda delle circostanze. Innanzitutto si mettevano in scena gli incidenti mai avvenuti o accaduti con dinamiche diverse da quelle riportate alla compagnia di assicurazione, mediante la falsificazione dei documenti; poi la certificazione sanitaria veniva quasi sistematicamente vergata da uno o più medici in servizio al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Tropea, presso il cui presidio si presentavano i presunti feriti; parte della certificazione di prolungamento della malattia veniva poi redatta direttamente dal sodalizio, utilizzando carta intestata all’Asp facente riferimento al reparto di Ortopedia del nosocomio di Vibo Valentia, attraverso la falsificazione della firma del sanitario.

La fase successiva era quella dell’inoltro alla Compagnia assicurativa dei documenti fraudolenti, al fine di ottenere la liquidazione del risarcimento dei danni; risarcimento che sovente si otteneva anche per tacitare sul nascere potenziali contenziosi civili.

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