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MONTESCAGLIOSO – Una comunità intera si è stretta da due giorni intorno alla famiglia di Pino Bianculli, ultimo dei dispersi vittima della furia del nubifragio che ha colpito il tarantino lunedì scorso. Oltre ai tanti volontari che. sin dal primo momento. hanno affiancato i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, la Guardia Forestale e i carabinieri, hanno dato la disponibilità e i mezzi, le imprese edili e di movimento terra di Montescaglioso al fine di dare un segno tangibile della loro vicinanza alla famiglia ed un aiuto concreto. Il papà di Pino Bianculli, Michele, infatti, oltre ad essere una persona molto conosciuta e stimata, ha una piccola impresa edile.

La seconda giornata di ricerca dei tre dispersi, è stata segnata dalla tristezza e dalla consapevolezza che il numero delle vittime è destinato a salire.

Dopo il ritrovamento di Rossella Pignalosa a Ginosa (Ta) nella giornata di martedì, ieri alle nove circa, in contrada Pantano, il ritrovamento del corpo senza vita di Chiara Moramarco, soli 25 anni, di Altamura (Ba). La giovane donna stava rientrando con il marito, Giuseppe Bari, di 35 anni, anch’egli vittima del nubifragio, dopo una giornata di lavoro presso l’azienda agricola “Difonzo” di Ginosa. A bordo della loro Fiat Punto, su una strada asfaltata che costeggia il torrente Gravina che proviene da Ginosa, sono stati probabilmente sorpresi alle spalle, da un’ondata di acqua e fango che li ha fatti sbalzare dall’abitacolo dell’auto.

Chiara è stata ritrovata lungo il torrente, grazie alla segnalazione di un volontario di Montescaglioso, Giuseppe Mossuto, che effettuando un giro di ricognizione, ha visto qualcosa, che gli è parso subito un arto affiorare dall’acqua.

La giovane donna è stata così trovata ad una distanza notevole dal luogo del ritrovamento dell’auto, ricoperta da fogliame, senza abiti, strappati via dal fango. Ad attenderla, i familiari, che hanno avuto il triste compito di effettuare il riconoscimento della salma. Tra il fango vicino l’auto, la busta con la spesa dei due poveri ragazzi, biscotti e funghi che forse dovevano servire per la loro cena.

Lo strazio della mamma, che stringeva la foto del suo matrimonio fra le mani.

Poi, il rinvenimento di alcuni oggetti del giovane Pino, prima il borsello con gli effetti personali, ma senza il cellulare; poi l’accendino, una coperta e la patente. La ricerca con un escavatore provvisto di braccio con benna, ma anche con le nude mani e con dei lunghi bastoni, è stata incessante. Sul luogo della tragedia è giunto in tarda mattinata il Procuratore Capo della Procura di Taranto, Franco Sebastio, accompagnato dal Comandante dei carabinieri.

Il Procuratore si è voluto rendere conto della situazione per fare, ha dichiarato. – delle valutazioni tecniche oggettive- Nel pomeriggio, a dare man forte alle ricerche sono arrivati altri mezzi che hanno iniziato a rimuovere il fango operando su entrambe le sponde del torrente e nella zona circostante il luogo del ritrovamento dell’auto di Bianculli.

Intorno alle quindici la scoperta del corpo di Giuseppe Bari, marito di Chiara ritrovato immerso nell’acqua del torrente, a circa 5 chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento della moglie. In serata sono arrivati altri mezzi per scavare e spostare la melma, in una lotta contro il tempo e il buio della notte. Alle 20 hanno deciso di fermarsi perchè non si vedeva più nulla, ma oggi arriverà un mezzo speciale per scandagliare il fondo del torrente. Si attende, si spera che Pino possa essere vivo da qualche parte. Non sono rari, infatti, i casi di ritrovamenti dopo due o tre giorni ancora in vita. Basta ricordare le notizie sorprendenti di persone trovate vive tra le macerie dei terremoti dopo diversi giorni. Intanto monta la rabbia dei familiari perchè in molti parlano di omicidio colposo per la mancata manutenzione dei canali.

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