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Carissimo assessore Berlinguer,
è con vivo interesse che seguo tramite i TG regionali le vicende relative ai disservizi ferroviari della nostra Basilicata e le conseguenti dichiarazioni sue e dei delegati di Trenitalia.

Io sono un chitarrista di professione, votato alla musica da ormai venticinque anni, ma coltivo questa passione per la ferrovia da quando ne avevo tre o quattro, mutuata dall’amore del mio papà per la materia.

Crescendo, non solo ne ho fatto passione ma per un periodo ho anche studiato per diventare macchinista, quindi conosco bene aspetti squisitamente tecnici sia delle macchine sia dei tracciati ferroviari.

Negli anni poi ho cambiato strada ma ho mantenuto strettissimi contatti con l’ambiente ferroviario viaggiando spessissimo, con la compiacenza di qualche macchinista amica o semplicemente gentile, in cabina, soprattutto sulle tratte tra Roma e Potenza (la famigerata Roma Napoli Salerno Potenza che prosegue fino a Taranto ), e spesso sul famoso intercity 707 che riempie le cronache quotidiane con i suoi disastrosi ritardi.

Vorrei fare a lei e ai delegati di Trenitalia delle precisazioni di carattere puramente informativo ma abbastanza preciso.

La tratta Battipaglia Potenza è stata ultimata, allo stato attuale del percorso, nel 1880 ( si, ha letto bene, 1880 ) ed è rimasta tale come linea, a parte le sostituzioni dei binari delle traverse etc., obbligatorie ogni tot anni, ma la linea di per se è identica a quella di centotrentacinque anni fa, cioè tortuosa, lenta e soggetta a notevoli pendenze. Avendola percorsa, come già detto, parecchie volte in cabina spiccano lo strettissimo raggio delle curve, ad esempio sotto Balvano, Romagnano, con limiti di velocità che NON possono superare i settanta chilometri orari, pena il rischio di deragliamento, gallerie la cui luce NON permetterebbe il passaggio, ad esempio, di un moderno ETR 500 ( il famoso Frecciarossa per intenderci ) perché si incastrerebbe, le pendenze che spesso sono state triste teatro, soprattutto in inverno con le nostre temperature rigide, di locomotori moderni da migliaia di kilowatt di potenza che NON riescono a salire, slittando, da Bella Muro a Picerno-Tito.

Il tratto, per giunta, è a binario unico fino a Battipaglia, costringendo quindi i treni a fermarsi per consentire l’incrocio in stazione con i treni provenienti dalla direzione opposta, quindi alimentando soste ulteriori anche in stazioni dove i passeggeri NON devono scendere…

Ricordo, ad esempio, essendo ormai ultraquarantenne, dei tempi d’oro del Pendolino ( tecnicamente ETR 450 ) che rappresentò una conquista incredibile per la nostra regione…ebbene, anche il pendolino famosissimo ci metteva lo stesso identico tempo di un regionale ( forse risparmiava qualche minuto ) perché costretto, sia per beghe squisitamente politiche sia per esigenze territoriali ) a fermarsi a un mucchio di stazioni intermedie, Bella Muro, Eboli ( dove per giunta si poteva scendere solo dalle prime tre carrozze di testa, con tanto di avviso del capotreno, in quanto la stazione, troppo corta, non riusciva a contenere l’intero treno per tutta la sua lunghezza.

La tratta per Taranto, fino a stazioni come Tricarico, non gliela voglio nemmeno descrivere, solo verso la piana di Ferrandina la ferrovia comincia ad essere come dovrebbe essere, riuscendo a toccare addirittura punte velocistiche di cento chilometri orari…
Sulla questione ferrovia a Matera ( capitale della cultura 2019 ) non voglio nemmeno ragionarci perché mi viene da piangere.
Anche in Toscana, che visito spesso, viaggiano ancora su tratte a trazione diesel ( quindi non elettrificate ), per esempio la Chiusi – Siena, la Siena-Firenze, e anche lì hanno il loro daffare, ma sicuramente non pensano ad elettrificare, con un esborso di soldi incredibile, una linea che, viaggiando con treni elettrici, assicurerebbe FORSE un risparmio di tre minuti sul tempo di percorrenza generale, perché se il binario è tortuoso, anche se ci mettiamo sopra l’ETR 1000 che raggiunge i 400 chilometri orari sempre a settanta dovrà viaggiare…quando ero bambino, ricordo che la linea fu chiusa per dieci anni ( Battipaglia Potenza ) per l’elettrificazione, modificando le gallerie che erano troppo basse ( ma se ne accorsero solamente dopo che ci arrivarono con i pali elettrici…) modificando i ponti, le pendenze, per recuperare cosa ? Cinque ( si, ha letto bene anche qui, cinque ) chilometri orari di velocità in più, solo in alcuni tratti, mantenendo inalterato il tempo di percorrenza. Dieci anni di lavori, non le riassumo il conto della spesa…

Con tutto il rispetto, vero, che nutro verso le istituzioni e verso Trenitalia, non sarebbe il caso di cominciare a pensare magari che i lucani, o meglio alcuni lucani, si sono tolti l’anello al naso e hanno cominciato a ragionare realmente sulle cose, magari informandosi ? Vogliamo cominciare a ragionare sul perché dell’isolamento cronico di una regione, orograficamente sicuramente svantaggiata ma non più di altre meglio servite, e a parlare di soluzioni concrete e soprattutto attuabili in tempi brevi, prima che anche io me ne scappi da questo posto per far fare a mio figlio un giro in treno decente ?

O dobbiamo continuare ad ascoltare, per altri quindici, venti, trent’anni, che Trenitalia vuole fare una galleria lunga lunga fino a Salerno con un binario dritto per far passare il Frecciarossa fino a Potenza a duecento all’ora che però farebbe circa venti passeggeri al giorno e magari, da un punto di vista puramente aziendale, come investimento a lungo termine non sarebbe poi così conveniente?
Con stima

Renato Pezzano

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