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VIBO VALENTIA – Entrambi si erano macchiati di un delitto terribile: omicidio, anzi parricidio. Il primo nel ruolo di esecutore materiale, il secondo un quello di complice. Era il 4 febbraio del 2011 quando Nicotera veniva scossa da un fatto di sangue che l’aveva fatta balzare sulle pagine dei giornali nazionali. Un figlio che ammazza a coltellate il proprio padre padrone per liberare la madre e liberarsi dei suoi continui soprusi. I due, all’epoca minorenni, erano stati immediatamente arrestati dai carabinieri, ma il processo era stato sospeso alle battute iniziali. Sì, perché i legali dei due ragazzi, gli avvocati Giuseppe Di Renzo e Guido Contestabile, vista la delicatezza della situazione, avevano chiesto ed ottenuto – circostanza particolarmente rara – dal Tribunale dei minori di Catanzaro la messa in prova per entrambi gli imputati che stabilisce la sospensione del procedimento penale in corso, con la relativa estinzione della pena e la conseguente remissione in libertà per entrambi i giovani nel caso di esito positivo al termine del percorso riabilitativo di tre anni anche se in questo caso il termine era stato abbassato a due anni e sei mesi. Due anni e sei mesi trascorsi, dunque, in un contesto diverso nel quale i due minorenni erano cresciuti che ieri è giunto a conclusione con la decisione dell’organo giudicante di emettere una sentenza di non luogo a procedere per estinzione del reato. La messa in prova, felice intuizione delle difese dei due ragazzi, si è quindi rivelata una scelta vincente. Roberto Piccolo e David Glac sono, dunque, liberi. La rieducazione, propedeutica al reinserimento nella società, svolta mediante l’ausilio di personale e strutture specializzate e finalizzata al pieno recupero della personalità del minore, ha superato, dunque, il vaglio degli operatori minorili che hanno espresso un giudizio positivo al termine del lungo periodo di osservazione nel corso del quale i due hanno radicalmente modificato le proprie abitudini di vita mediante l’inserimento in un contesto sociale differente rispetto a quello d’origine ove era maturato l’evento delittuoso. E così, il Tribunale ha preso atto dei progressi raggiunti che attestavano sensibili miglioramenti del rendimento scolastico, un costante svolgimento di attività lavorativa e l’assidua partecipazione ad iniziative di pubblica utilità, decidendo, dunque, per la fine della messa in prova che è stata comunicata agli interessati, che in questi due anni erano stati destinati in due comunità di recupero del Potentino e del Catanzarese, e agli avvocati Di Renzo e Contestabile (quest’ultimo sostituito dal collega Davide Vigna) nell’udienza di ieri mattina.

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