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VIBO VALENTIA – Testimoni interrogati a tamburo battente, durante una notte insonne per tentare di stringere il cerchio su un caso d’omicidio crudelmente consumato sotto il sole cocente della spiaggia di Vibo Marina. Nessuno, però, è stato in grado di offrire un identikit del killer che ha giustiziato Davide Fortuna, venerdì pomeriggio alle 17.30, sotto gli occhi della moglie e dei suoi figli. Eppure il boia era a volto scoperto. E così ha avuto modo di avvicinarsi, e passare inosservato, fino alla vittima, assassinata sotto una pioggia di colpi calibro nove, sdraiata su un telo da mare a pochi metri dal bagnasciuga. Nella confusione mista a terrore che l’esecuzione ha generato, a passo spedito è tornato indietro, percorrendo circa trenta metri di spiaggia fino alla vespa condotta da un complice, lui sì con il volto coperto da una casco integrale. Roba da professionisti.

LE INDAGINI – Le immagini di una telecamera di videosorveglianza posta sulla strada di accesso alla spiaggia del ‘Pennellò a Vibo Valentia marina potrebbero aver registrato elementi utili alle indagini sull’omicidio di Davide Fortuna, di 31 anni, ucciso ieri davanti alla moglie ed ai suoi due figli. Dagli accertamenti del medico legale è emerso che Davide Fortuna è stato ucciso con cinque colpi di pistola calibro 9 che lo hanno raggiunto al torace.   A poca distanza dal luogo dell’omicidio, intanto, polizia e carabinieri hanno trovato uno scooter bruciato che potrebbe essere quello utilizzato dal killer e dal suo complice per raggiungere la spiaggia di Vibo Valentia. Vicino allo scooter anche due pistole, una calibro 38 e una calibro 9. Dai primi accertamenti è emerso che lo scooter era stato rubato nei giorni scorsi.   Nel corso della notte gli investigatori hanno sentito decine di persone che erano sulla spiaggia, ma nessuno ha fornito elementi utili alle indagini. Dalla ricostruzione del delitto è emerso anche che il killer, prima di allontanarsi, ha sparato un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio. Quest’ultimo particolare è stato confermato dal ritrovamento di un bossolo ad alcuni metri di distanza dal luogo in cui è stato ucciso Fortuna.   L’omicidio, secondo polizia e carabinieri, è stato eseguito con particolare precisione e freddezza e questo fa ipotizzare che il killer fosse un professionista. Con il passare delle ore negli ambienti investigatori si rafforza sempre più l’ipotesi che l’omicidio sia riconducibile allo scontro tra esponenti della criminalità di Piscopio e Stefanaconi, nel vibonese.

L’AGGUATO. Possono colpire dove e quando vogliono. In pieno giorno, sotto il sole, nel caldo torrido, in spiaggia. Sempre e ovunque. E senza farsi scrupoli. Senza preoccuparsi degli occhi addosso di decine di bagnanti. Così è stato ucciso Davide Fortuna, 31 anni, di Vibo Valentia, già noto alle forze dell’ordine per piccoli procedimenti. Un delitto avvenuto venerdì pomeriggio alle 17,30 sulla spiaggia di Vibo Marina, in località Pennello. Il killer ha esploso sette colpi di pistola calibro 9 che hanno centrato la vittima al petto e agli arti superiori mentre la stessa stava prendendo il sole. L’agguato si è consumato di fronte alla moglie, ai figli di 10 e 7 anni e ad altri parenti e amici. Il sicario, che indossava un casco integrale, si è, quindi, allontanato con un ciclomotore guidato da un complice, forse esplodendo anche un ultimo colpo per farsi largo tra la gente.

A dare l’allarme è stata la moglie, la cui attenzione è stata attirata dal fragore dei colpi e che ha visto allontanarsi il sicario senza tuttavia riuscire a fornire dettagli utili all’identificazione, nel fuggi fuggi generale dei bagnanti terrorizzati. Sul posto si sono precipitati il dirigente della squadra Mobile, Antonio Turi, il vice Antonio Lanciano, i carabinieri del Reparto operativo agli ordini del maggiore Vittorio Carrara e del capitano Giovanni Migliavacca, unitamente ai militari della stazione di Vibo Marina, guidati dal maresciallo Riccardo Astorina. Le indagini sono coordinate dal pm Santi Cutroneo. Sul posto è intervenuto anche il medico legale Katiuscia Bisogni. 

LA FAIDA. Il delitto è stato consumato undici giorni dopo l’agguato al quale è sopravvissuto il pregiudicato Francesco Meddis. Ennesimo capitolo della faida, esplosa nel settembre del 2011, dopo l’omicidio di Fortunato Patania, ma latente da anni, tra gruppi mafiosi di Stefanaconi e Piscopio. E proprio a Piscopio Davide Fortuna, per frequentazioni e parentele, sarebbe stato strettamente legato. L’esecuzione spietata che gli è costata la vita, tra l’altro, è avvenuta a pochi metri dalla sua abitazione estiva di Vibo Marina, ubicata nello stesso complesso in cui, appena il 21 marzo scorso, venne ucciso il pluripregiudicato Francesco Scrugli e furono feriti Rosario Battaglia e Raffaele Moscato. Fatti di sangue contestuali al ferimento di Francesco Calafati, a Stefanaconi, registratisi un mese dopo l’omicidio, sempre a Stefanaconi, di Giuseppe Matina. Fatti precendenti all’assassinio, l’1 aprile, di Mario Longo.

IL QUESTORE. «L’omicidio di Davide Fortuna, commesso ieri in spiaggia a Vibo Marina è un fatto di tale evidente gravità che appare superfluo ogni commento ed è comprensibile lo scoramento e lo sgomento che può prendere la comunità». Così il questore di Vibo Valentia, Giuseppe Cucchiara, commenta l’agguato in cui è stato ucciso il trentunenne Davide Fortuna.

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