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POTENZA – Venti giorni per rimediare alla «beffa» del decreto che ha istituito il fondo “Memorandum”. Se sarà fatto, se i 50 milioni di euro all’anno per nuove infrastrutture e lavoro diventeranno tre o quattro volte tanti, Eni potrà aumentare la sua produzione di petrolio in Val d’Agri. In caso contrario sarà mobilitazione.

E’ soddisfatto il segretario generale della Cgil Basilicata Alessandro Genovesi all’uscita dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico tra sindacati e datori di lavoro con il sottosegretario Simona Vicari e l’ingegnere delle royalties, Franco Terlizzese, direttore generale delle risorse minerarie. Soddisfatto ma fermo sul rispetto degli impegni che il Governo si è assunto: in primis l’indizione di un tavolo permanente sul petrolio con le forze sociali lucane; quindi un passo indietro sul decreto che ha istitutito il fondo per le nuove infrastrutture e l’occupazione nell’area delle estrazioni.

«Ogni barile in più rispetto a quelli prodotti fino ad oggi contribuisce alla strategia energetica nazionale perciò dev’essere conteggiato per finanziare il fondo Memorandum, altrimenti noi della Cgil siamo stati chiari: sarà sciopero generale e protesta a oltranza per fermare le trivelle in Basilicata».

In soldoni si tratta di triplicare o quadruplicare quanto già previsto, innanzitutto abolendo la soglia dei 50 e poi estendendo l’ambito d’applicazione dai nuovi progetti presentati a partire dallo scorso 23 settembre alle nuove produzioni.

«Eni per il 2014 ha già presentato un primo progetto che prevede l’aumento di produzione di 24mila barili al giorno e un secondo per altri 25mila per il 2015. Poi ci sono i 50mila di Total che dovrebbero cominciare a venire fuori tra il 2015 il 2016. Se fossero considerati tutti abbiamo calcolato che potremmo avere tra i 150 e i 200 milioni di euro all’anno per realizzare le infrastrutture fondamentali per rompere isolamento lucano, ripensare il welfare e creare occupazione. Perciò va bene istituire un tavolo ma prima va rivisto il decreto. Poi possiamo anche ragionare su come rimodulare le royalties cancellando la carta carburante per una forma di reddito minimo d’inserimento.Dopodiché Eni, Total, Finmeccanica e gli altri ci devono spiegare che cosa hanno in mente di lasciare qui, quando il petrolio sarà finito. La nuova Sata dove nascerà?»

Stringenti i tempi previsti. «Il sottosegretariosi è impegnato a coordinarsi con il Ministero dell’economia, che è chi in concreto ha la borsa e sa se le entrate fiscali previste dall’aumento di produzione di greggio in Basilicata sono state già impegnate o meno e per che cosa. Ci siamo aggiornati alla prossima settimana per sapere l’esito e fissare un nuovo incontro entro alla fine del mese. Ma se da qui a 20 giorni non arriva sul tavolo un emendamento alla legge sul fondo Memorandum, che il Governo può approvare in 5 minuti, o un nuovo decreto attuativo,  come facciamo ad affrontare tutto il resto? Vorrà dire che prenderemo atto del fallimento del tavolo nonostante gli sforzi della Basilicata, ma io confido che queste aperture verranno».

Intanto – almeno per il momento – da parte delle forze politiche non sembrano essere arrivati segnali di partecipazione all’iniziativa di sindacati e organizzazioni datoriali. Verrebbe piuttosto da pensare a una certa sofferenza della Regione “scavalcata” nelle trattative aperte con il Governo che due anni e mezzo fa avevano portato alla firma del Memorandum tra il presidente democratico della Regione Vito De Filippo e l’allora sottosegretario azzurro allo sviluppo economico Guido Viceconte. Una firma che per più di qualcuno sarebbe stata tradita dalla legge e dal decreto che ha istituito il fondo per infrastrutture e lavoro.

«Credo che ci sia un’interesse oggettivo comune alle forze sociali e politiche sul tema». Spiega Genovesi. «Noi ci siamo mossi in maniera autonoma senza intenzione di supplire a nessuno perché qui ci sono in gioco gli interessi propri dei lavoratori lucani. Certo che se Cgil Cisl e Uil si mettono insieme a Confindustria e “Pensiamo Basilicata” e riescono ad andare oltre le differenze sono convinto che anche la politica ne possa giovare. Sta a lei cogliere questo sforzo collettivo e la forza di questa massa critica. Sono fiducioso che nel rispetto nel rispetto delle reciproche autonomie si guarderà in concreto a tutto quello che può andare a vantaggio della Basilicata».

Impossibile sapere dal segretario della Cgil chi si sia interessato all’esito del tavolo di ieri. «Andrebbe chiesto a Speranza a De Filippo». Ribatte Genovesi. Se ieri l’abbiano chiamato proprio loro non dice, ma la staffetta con il giovane capogruppo del Pd alla Camera potrebbe essere già partita.

l.amato@luedi.it

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