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POTENZA – La scorsa settimana è arrivata la condanna per il contratto “super” col Comune di Ferradina. Ma i finanzieri hanno seguito le sue tracce anche all’Aato rifiuti di Matera. E ieri è arrivata la notizia di una nuova informativa alla Corte dei conti per un “buco” da quasi 400mila euro.
Rischia di finire una seconda volta a processo per danno erariale Domenico Lategana, funzionario, “promosso” dirigente grazie a una delibera disconosciuta dal sindaco Saverio D’Amelio, e poi comandato con la sua nuova qualifica all’Autorità di ambito territoriale ottimale di Matera.
Ad accorgersi del dirigente “abusivo” che si aggirava negli uffici incaricati della gestione unitaria del ciclo dei rifiuti nella provincia materana sono stati gli investigatori del nucleo di polizia tributaria di Potenza, dopo la scoperta del caso di Ferrandina.
La segnalazione riguarda un presunto danno all’erario da 390 mila euro a carico di Lategana, gli ultimi commissari pro-tempore dell’ente, Sabino Altobello e Leonardo Giordano, più un dirigente della Regione.
Le indagini, spiega la nota diffusa ieri in mattinata dalla Finanza, sono state sviluppate «attraverso riscontri, acquisizione di documentazione, audizioni ed esame normativo».
Così sarebbe venuto alla luce «un incongruo utilizzo del pubblico denaro da parte degli amministratori dell’A.a.t.o. per aver erogato, in contrasto con i dettami legislativi, il rimborso delle spese di trasporto casa-lavoro a favore del commissario pro-tempore dell’ente e per aver corrisposto compensi in qualità di dirigente a un funzionario, transitato da altro ente locale, non in possesso dei requisiti previsti dalla legge».
Secondo gli investigatori della magistratura contabile i vertici dell’Aato avrebbero dovuto controllare il curriculum di Lategana prima di elargirgli uno stipendio da manager. «Quest’ultimo, infatti, avrebbe artatamente prodotto documentazione affinché gli venisse riconosciuta la carica dirigenziale all’interno di un altro ente locale ed in virtù di questa nuova carica transitava presso l’ambito territoriale con tali nuove e presunte qualifiche ottenendo compensi maggiori».
Senza dimenticare che «lo sperpero è stato posto in essere nell’ambito di un ente di fatto posto in liquidazione sin dal 2008 e definitivamente soppresso nel gennaio del 2012».
Della vicenda del contratto “super” di Lategana il Quotidiano si era occupato lo scorso 25 febbraio quando è stata pubblicata la sentenza della Corte dei conti nei confronti suoi e del sindaco di Ferrandina.
Sì perchè a nulla è servita la difesa di D’Amelio che ha parlato di un «decreto d’incarico preconfezionato a sua insaputa» da chissà chi. Secondo i giudici del collegio presieduto da Maurizio Tocca (consiglieri Vincenzo Pergola e Giuseppe Tagliamonte), avrebbe avuto il compito di controllarne il contenuto prima di firmare a “occhi chiusi”. Fermi restando gli «anomali quanto sospetti tentativi di “occultamento”» dello stesso decreto imputati a Lategana.
Come quello di non essere passato all’incasso subito, a gennaio del 2007, quando è stato firmato, ma soltanto a giugno, dopo le elezioni per la scelta del successore di D’Amelio, «sì da non consentire a questi di aver – di fatto – conoscenza alcuna della rinnovata regolamentazione degli effetti economici derivati da quel pure anomalo provvedimento».
E tanto varrebbe anche per i commissari pro-tempore dell’Aato dove Lategana ha preso servizio nel 2008.
Solo nei soli primi due mesi dell’anno le Fiamme gialle di potenza hanno già segnalato all’erario presunti danni erariali per oltre 2,5 milioni di euro.

l.amato@luedi.it

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