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REGGIO CALABRIA – Un cane randagio lasciato morire dentro un fusto di catrame. Immagini agghiaccianti, per una condizione denunciata dall’associazione “Dacci una zampa Onlus” che chiama in causa gli organi preposti che, a dire del sodalizio, “non hanno favorito la salvezza dell’animale”. 

Il fatto è accaduto a Sambatello, frazione di Gallico, in provincia di Reggio Calabria. Un cane di taglia media, probabilmente perché rincorso da un branco di altri cani randagi, saltando da un muretto è caduto all’interno di un bidone pieno di catrame. La bestiola non riuscendosi a liberare ha iniziato a guaire e abbaiare. I lamenti sono stati uditi da un giovane del luogo, che ha provato a liberare il povero animale  ormai per tre quarti immerso nel liquido. Un intero paese si è mobilitato per provare a salvare il randagio, uno dei tanti invisibili senza padrone che popolano la frazione. La segnalazione all’associazione è arrivata troppo tardi: quando i volontari sono giunti sul luogo il cane era già morto, e la carcassa  – che non è stata peraltro rimossa da parte dell’ASP – è già in stato di decomposizione. I volontari provano a ricostruire l’accaduto attraverso le parole di chi, dalle nove di mattina del giorno corrente, ha provato a contattare tutti gli enti preposti ad intervenire (Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, Guardie Zoofile, Enpa, Lipu), senza ricevere alcun tipo di aiuto, ma solo  risposte quali “non è di mia competenza”, “per noi il cane può morire..”, “non abbiamo unità di personale sufficiente per intervenire…”, oltre a varie segreterie telefoniche che sono scattate per l’intero giorno. Il cittadino ha informato i volontari che l’unico a giungere sul posto è stato un medico veterinario dell’ASP, il quale, dopo aver proceduto alla lettura del microchip per appurare se il cane fosse di proprietà (e in quella circostanza probabilmente non era alquanto rilevante), si è limitato a constatare che non aveva mezzi a disposizione per poter intervenire e quindi provare a mettere in salvo il cane, agonizzante ma ancora vivo.

Dacci una Zampa “denuncia ancora una volta non solo il mancato intervento da parte di chi per legge è obbligato ad intervenire, ma anche la possibilità che in quella frazione possa scatenarsi una vera e propria emergenza igienico-sanitaria. Da sottolineare, infine, che le associazioni animaliste attive sul territorio  reggino non possono da sole sopperire a tutte le numerose richieste d’aiuto e di emergenze quotidiane. Ma questo triste episodio di morte denuncia oltre l’indifferenza che permea la citta di Reggio Calabria nei confronti del mondo animale: in una strada popolata di case, dove qualsiasi bambino ha accesso per poter giocare all’aria aperta in un giorno di sole, dove gli anziani del paese sono rimasti sconvolti e impotenti nel vedere quella povera bestiola ansimante in cerca di aiuto, i volontari dell’associazione si chiedono come tutto questo possa restare in silenzio”.

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