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POTENZA – Come promesso, il passo successivo alla richiesta di consiglio comunale su Potenza capoluogo sarebbe stata una sollecitazione al presidente della Regione Marcello Pittella. E così hanno fatto ieri i 24 consiglieri comunali firmatari del documento che ha portato alla revoca delle dimissioni del sindaco De Luca (l’intero centrosinistra, più Franco Morlino dei Popolari per l’Italia).
È con il presidente della Regione che hanno aperto una interlocuzione per capire le reali possibilità di sostegno economico alla città capoluogo. Il tempo a disposizione per chiudere il bilancio di previsione riequilibrato è molto breve. L’approvazione del consiglio su un conto economico senza cifre negative dovrà arrivare entro il 29 aprile, novanta giorni dopo la nomina della commissione liquidatrice a seguito del dissesto del Comune. Al momento è di circa 12 milioni il “defict” da colmare.
Consiglieri comunali e sindaco De Luca hanno più volte spiegato di non voler “elemosinare” un contributo, ma di chiedere un sostegno economico «giusto» rispetto ai servizi che la città offre all’intero territorio regionale, mettendo sul piatto «l’azione di risanamento già avviata».
Così, «avendo ricevuto dal presidente la piena disponibilità al dialogo», i 24 hanno invitato il sindaco De Luca a concordare in tempi brevi un tavolo di confronto sul tema.
Nel frattempo, il dibattito politico cittadino continua a essere molto acceso, spesso tarato sui distinguo tra vecchia e nuova amministrazione, sul passato contro il presente.
«Il dibattito politico ha sempre avuto una sua grammatica: qualcuno pone domande scomode, e l’altro, se non è animato da onestà intellettuale, risponde che il problema non è quello sollevato dal suo interlocutore, ma un altro», scriveva ieri il consigliere Antonio Vigilante (lista Per la città). «Dinanzi alle domande scomode che con sempre più insistenza vengono poste, i diretti interessati del centrosinistra non accettano di rispondere».
Vigilante contesta così l’assenza di «spirito di collaborazione» da parte del centrosinistra che lancia l’appello, ma non ne è consequenziale.
«Non una proposta, non una idea di rilancio (che pure si vanta di avere pronta Santarsiero), non una condivisione». L’accusa: ostacolare in ogni modo l’azione del nuovo sindaco. Per questo l’orizzonte di confronto politico individuato da Vigilante, e dalla lista Per la città, ha dei paletti precisi. «Questo metodo disonesto di confronto non è accettabile». Per una vera collaborazione al governo cittadino, spiegano, serve un diverso punto di partenza.

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