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DOPO le lacrime e la rabbia, adesso è il momento della solidarietà. 

Circa dieci famiglie, nel crollo della palazzina di vico Piave, hanno perso tutto. Antonella Favale addirittura la vita. Al di là delle parole di conforto per queste persone c’è bisogno di aiuti concreti.

 E la città di Matera certo non è rimasta indifferente. In tanti, in maniera del tutto spontanea, hanno deciso di darsi da fare per non lasciare gli sfollati da soli, abbandonati al proprio dramma. 

La rete, mai come in questa occasione, si sta rivelando uno strumento straordinario per unire le forze e fornire aiuti. Domenica Vicchio, meno di 48 ore fa, ha pensato di aprire un gruppo su Facebook. 

Vico Piave si chiama. Semplice e chiaro lo scopo: “Questo gruppo serve per aiutare chi in questo momento si trova in difficoltà per la vicenda del crollo della palazzina in vico Piave Matera”.

 Straordinaria la risposta dei materani (e non solo). Le adesioni crescono in maniera esponenziale di minuto in minuto. Ieri sera si aggiravano intorno alle 4.000, ma il numero è destinato sicuramente a crescere ancora. Il grande cuore della città, in questo spazio virtuale, sta pulsando fortissimo e dando prova di grande generosità. Ognuno ha messo a disposizione ciò che ha: vestiti, coperte, mobili, pasti caldi e persino mezzi di trasporto per agevolare il recupero degli oggetti che sono stati risparmiati dal crollo. Grande attenzione da parte delle mamme ai bambini: numerose le offerte di cibo, vestitini e tutto ciò che occorre per alleviare il disagio dei più piccoli coinvolti nel disastro. 

Poi, c’è chi come Daniela Stella propone la raccolta di fondi da affidare direttamente alle famiglie, consentendogli di provvedere in autonomia a ciò che più gli occorre. Un’idea accolta anche da chi, come Giuseppe, un lavoro non ce l’ha: «Anche se sono disoccupato- scrive- 10-15 euro per questa causa sarei disposto a darli anch’io». Segno tangibile di una solidarietà diffusa che rende onore alla città. Ma dai post sul gruppo, a quanto pare, l’emergenza numero uno resta la casa. 

Tutti gli sfollati sono alla disperata ricerca di un tetto per poter ricominciare a vivere. Servono case in affitto: questa la richiesta più pressante, che anche noi del Quotidiano della Basilicata raccogliamo e giriamo ai lettori, così da fare, a nostro modo, anche noi “rete” con il gruppo Vico Piave. 

m.agata@luedi.it

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